TREPUZZI - Allarme rientrato. «I risultati dei rilievi sono inferiori ai valori di riferimento di diossina e benzopirene, e per le fibre aerodisperse di amianto gli esiti risultano conformi ai valori previsti dalla normativa vigente». L’incendio all’interno dell’area ex Omfesa dello scorso 20 gennaio non ha creato inquinamento dell’aria. Non in termini preoccupanti per la salute dei cittadini, almeno. Erano state già le centraline fisse a far pensare, nelle successive 24 ore, che la situazione – sotto il profilo dell’allarme ambientale – fosse sotto controllo. E del resto, avevano già spiegato gli esperti, la pioggia arrivata in serata non aveva contribuito solo ad agevolare le operazioni di spegnimento delle fiamme ma anche a tenere basse le cosiddette polveri sottili. Tuttavia l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, e l’ufficio ambiente del Comune di Trepuzzi, avevano ritenuto necessario installare anche delle centraline mobili, da spostare per l’appunto in diverse zone circostanti il capannone. Sono state lasciate per un’intera settimana e i filtri sono stati poi prelevati e analizzati nel corso del weekend. Il tavolo tecnico convocato dal sindaco di Trepuzzi Giuseppe Taurino ha fugato ogni dubbio e rassicurato i cittadini: «Esito negativo. I rilievi effettuati sui parametri microinquinanti organici sono risultati indicativi di un impatto modesto sulla matrice aria».
Di varia natura il materiale che aveva preso fuoco poco dopo le 15 del 20 gennaio all’interno dell’area estesa per 20mila metri quadri a ridosso della stazione ferroviaria di Trepuzzi. Ci sono volute ore di lavoro e sei unità dei vigili del fuoco di Lecce e Brindisi per domare le fiamme. E sono stati tre gli operai rimasti intossicati, seppure poi fortunatamente dimessi poche ore dopo. Il capannone distrutto dal rogo, che comprende circa 6mila metri quadri dell’intera struttura, è della Edil Fortunato, ma una parte del materiale colpito dal rogo era merce stoccata dalla Deghi. Sin da subito il sindaco aveva diramato l’invito a chiudere porte e finestre e usare le mascherine. Inoltre, nelle ore successive erano arrivate segnalazioni da alcuni residenti sulla presenza di pezzi di materiale bruciato all’interno di giardini e aree esterne private. Ora, come disposto al tavolo tecnico, «si rende necessario in via precauzionale che siano rimossi e smaltiti come rifiuti speciali. Pertanto il comune disporrà, tramite ditta specializzata, la raccolta e lo smaltimento del materiale segnalato sia su aree pubbliche che su quelle private».