LECCE - «Giusta la bocciatura della Soprintendenza ai parchi eolici, ora si punti al mini-eolico e allo sviluppo turistico dell’Arneo».
Dopo i pareri negativi espressi dalla Soprintendenza nazionale per il Piano di ripresa e resilienza, che nel corso della valutazione Via e Vas ha praticamente stoppato due parchi eolici tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto, per un totale di 21 aerogeneratori, sul territorio si è registrato un plauso pressoché unanime.
Un parco eolico da 14 torri era stato chiesto dalla Enel green power Italia da impiantare tra i comuni di Salice Salentino, Veglie e Guagnano (in provincia di Lecce), San Pancrazio Salentino ed Erchie (in provincia di Brindisi) e Avetrana (in provincia di Taranto). Un altro da sette aerogeneratori era stato proposto dalla Iron Solar tra i comuni di Veglie, Salice, Erchie e San Pancrazio.
«Da sempre reputiamo che il territorio debba essere tutelato – interviene la sindaca di Veglie Maria Rosaria De Bartolomeo - tuttavia tale convinzione non è sicuramente motivo di contrarietà alle fonti di energia rinnovabile. Non siamo ideologicamente contrari a tali fonti – precisa - ma nella contemperazione degli interessi sicuramente il medesimo peso ha la tutela del paesaggio e soprattutto il diritto alla pianificazione dei nostri territori. Personalmente reputo che come amministratori – annota la prima cittadina - il dover in qualche modo subire diktat che incidono sulle nostre realtà non può moralmente lasciarci indifferenti. Pertanto, uno dei pochissimi strumenti che abbiamo è quello di fare rete. Su tale direttiva la nostra amministrazione, nei mesi scorsi - ricorda - si è resa promotrice di incontri e di manifestazioni condivise con gli altri sindaci dei comuni limitrofi e del territorio, al fine di creare una rete, nell’ottica proprio di una posizione che rivendichi il diritto alla pianificazione».
Sulla stessa linea il sindaco di Salice, Mimino Leuzzi.
«Tutti siamo a favore delle energie alternative e rinnovabili - ha spiegato Leuzzi - ma va trovata una sorta di compromesso con la salvaguardia paesaggistica. La nostra proposta è quella di puntare su modalità diverse di sfruttamento delle rinnovabili, come il mini eolico sui tetti delle abitazioni e nelle zone artigianali, la creazione delle comunità energetiche e il potenziamento dell’agri-voltaico. Condivido il parere della Soprintendenza che è arrivato a sostegno delle nostre comunità, che purtroppo hanno un ruolo marginale nelle decisioni. Se il nostro Paese deve adeguarsi ai protocolli internazionali come quelli di Parigi e Kyoto - suggerisce - allora vanno trovate altre aree più idonee per l’impianto dei parchi eolici, non zone come l’Arneo che intende puntare sullo sviluppo agricolo e turistico».
Anche la rappresentanza parlamentare pugliese si è espressa in maniera bipartisan.
«Sarebbe un paradosso voler produrre energia verde, procurando contemporaneamente un elevato impatto ambientale con mega impianti come quello giustamente bocciato dalla Soprintendenza – è il commento del deputato di Fratelli d’Italia Dario Iaia, segretario della Commissione bicamerale ecomafie - è chiaro come l’orientamento di questo Ministero della cultura, che ha vagliato e approfondito le richieste, sia quello di proteggere un’area preziosa dal punto di vista storico ed economico».
«Si chiude una questione che ha preoccupato, e non poco, i territori coinvolti – ha osservato l’onorevole Ubaldo Pagano del Partito Democratico - lo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili è un’esigenza improrogabile e su questo la Regione Puglia ha investito tantissimo negli ultimi due decenni, portandoci in cima alle regioni più virtuose in tema di produzione di energia pulita. Questa necessità, però, non può confliggere con altri importanti valori in campo, come la protezione del nostro magnifico patrimonio paesaggistico e culturale».