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Medici e infermieri a Lecce in debito con l’orario

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

corsia d'ospedale

Una corsia d'ospedale

Nessuna irregolarità ma tutto si ripercuote sui normali servizi

Giovedì 23 Novembre 2023, 13:50

LECCE - Medici e infermieri in debito orario. Non è una nuova fattispecie di furbetti perché è tutto regolarmente registrato, ma sta di fatto che alla carenza di personale, ai permessi per la 104, al mancato turnover, si aggiungono anche i dipendenti che per ragioni personali rosicchiano qualche ora di lavoro su quelle previste appesantendo una situazione di per sé già abbastanza complicata.

Arrivare una o due ore dopo o uscire prima dal lavoro costringe chi è in servizio a farsi carico di una parte del lavoro del collega che certo avrà delle penalizzazioni rispetto a tutti gli incentivi in denaro previsti, ma intanto mette ulteriormente in affanno reparti o ambulatori.

L’allerta lo ha suonato la direzione strategica di Asl Lecce (DG Stefano Rossi, DS Antonio Bray, DA Yanko Tedeschi) dopo essersi messa a “caccia” dei dipendenti che timbrano regolarmente il cartellino, ma lavorano meno ore del previsto.

Da qualche giorno i direttori degli ospedali, dei distretti socio sanitari, di Dipartimento, l’area del personale, la dirigenza delle Professioni sanitarie e il responsabile dei Servizi informatici sono stati allertati perché da una rilevazione effettuata dalI’Ufficio presenze è stato constatato che moltissimi dipendenti hanno debiti orari superiori a 100 ore.

Un dato macro che è stato sottoposto a verifiche per capire se ci sono situazioni che giustifichino il debito orario, ad esempio casi di malattia prolungata e la modalità di recupero delle ore non lavorate.

Così i vertici delle diverse strutture Asl hanno ricevuto l’elenco dei dipendenti con debito orario «al fine di un progressivo azzeramento dello stesso, compatibilmente con la normativa vigente».

E già perché le ore di lavoro da recuperare dovranno tenere conto della legge 161/2014 che regolamenta orario di lavoro, ferie e riposi in linea con la direttiva europea 88/2003.

Per “dare una mano” ai direttori che devono tenere d’occhio, fra le altre, il debito orario cumulato dai singoli dipendenti la direzione strategica ha deciso di far attivare «allert automatici, a cura del responsabile dei Sistemi informatici, dottor Luigi Morgante, per coadiuvare i direttori responsabili nella rilevazione e gestione delle anomalie sui tabulati che dovranno comunque essere vidimati mensilmente per le rilevazioni di corrispondenza con la turnazione stabilita dei responsabili delle singole unità operative di riferimento».

La lettera con cui il vertice Asl ha messo nero su bianco un debito orario imponente è anche una bacchettata ai vari direttori in quanto la direzione strategica ricorda che a gennaio e a febbraio 2023 ha inviato due note «con le quali si disponeva l’attestazione mensile dei tabulati dei dipendenti a cura dei direttori responsabili dei servizi».

Ormai quasi a fine anno i controlli effettuati hanno fatto emergere la falla e quindi un debito che deve essere recuperato, al netto di quanti risulteranno in questa situazione per cause di forza maggiore.

I casi da verificare sono i più vari: da chi ha già un piano per il recupero del debito orario e mensilmente continua a maturarne uno nuovo, a chi è in malattia da lungo tempo e all’Ufficio presenze non risulta la fattispecie, a chi si arretra per ragioni personali, insomma c’è di tutto e di più.

Secondo il contratto di lavoro della sanità, l’osservanza dell’orario di lavoro da parte del dipendente è accertata con efficaci controlli di tipo automatico (per esempio badge e timbrature).

Le singole Aziende ed Enti, in relazione alle oggettive esigenze di servizio delle strutture interessate, possono prevedere altre modalità sostitutive di controllo.

Il ritardo sull’orario di ingresso al lavoro comporta l’obbligo del recupero del debito orario entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui si è verificato il ritardo.

In caso di mancato recupero, si opera la proporzionale decurtazione della retribuzione e del trattamento economico accessorio.

Una questione, insomma, che in questi giorni tiene banco.

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