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Danni ai cordoni dunali del Salento, i balneari presentano un dossier

 
Danni ai cordoni dunali del Salento, i balneari presentano un dossier

Della Valle: «Sabbia trasportata anche in giardini privati»

Lunedì 18 Settembre 2023, 13:59

Un dossier fotografico di danni arrecati ai cordoni dunali di alcune località del Salento. Ne è in possesso Mauro Della Valle, presidente nazionale di Confimprese Demaniali Italia, che valuta le immagini suscettibili di dare un contributo alla discussione - ma è forse più esatto dire: alla polemica -suscitata dalla possibilità che le dune costiere siano assentite in concessione ai titolari di stabilimenti balneari. E proprio in qualità di balneare, Della Valle ci tiene a premettere: «Non si tratta di una difesa d’ufficio della categoria, consapevole che soprattutto in passato, quando la sensibilità verso le problematiche ambientali era più bassa, sono stati arrecati danni anche irreversibili al patrimonio naturale rappresentato dalle dune”.

Giova ricordare che la norma è stata varata dal Consiglio regionale pugliese, ma solo nelle scorse settimane la Gazzetta ha sollevato “il caso” della caduta del divieto di concessione che era stato istituto ai tempi della presidenza Vendola, nel 2015, e che riguardava cordoni dunari, falesie e macchia mediterranea. L’esigenza di tutelare le dune e salvaguardarne la funzione di contrasto all’erosione dei litorali sabbiosi, atteso che gli accumuli di sabbia sono consolidati dagli apparati radicali della vegetazione che vi si insedia superficialmente, non è messa in discussione. Ma è quanto avvenuto fino ad oggi? Le foto in possesso di Della Valle documentano ampi varchi “scavati” delle dune, ombrelloni singoli e perfino raggruppati, vegetazione sradicata. «Sono danni - commenta - arrecati da bagnanti, da fruitori delle spiagge libere, una categoria di persone che, a quanto mi risulta, a differenza dei concessionari demaniali, è stato impossibile sanzionare o denunciare per questi danneggiamenti. Ci sono casi in cui la ricerca di un’assurda “comodità” ha portato a scavare varchi nelle dune anche a brevissima distanza tra di loro, altri in cui la sabbia è stata trasportata con le carriole nei giardini privati per creare un terreno di gioco per i bambini, ci sono tratti di palizzate divelte per passare senza aggirarle e tanta, tanta vegetazione dunale distrutta. Tutto questo è dovuto al fatto che non vi è certo la possibilità che personale in divisa presidi i chilometri e chilometri di litorale. D’altra parte, esistono situazioni locali in cui il cordone dunale è molto largo e rende impossibile vedere il mare, figuriamoci raggiungerlo da parte di coloro che hanno problema di mobilità». [Giuseppe Albahari]

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