LECCE - «Abbiamo avuto modo di leggere, in merito alle lamentele dei turisti circa la mancanza dei bagni pubblici in città, la risposta dell’assessore Paolo Foresio. A dire il vero abbiamo dovuto rileggerla più volte perché non riuscivamo a comprendere se parlasse di Lecce o di un’altra città in quanto le informazioni in nostro possesso sui bagni pubblici erano totalmente diverse. Per questo abbiamo effettuato alcune verifiche».
È quanto sostiene Giancarlo Capoccia coordinatore cittadino di Lecce del Movimento Regione Salento.
«I bagni della villa comunale, da quello che si leggeva, erano operativi, seppur necessitino di lavori di ristrutturazione - prosegue - In verità, erano chiusi, con la saracinesca abbassata. Invece, al posto dei servizi igienici dell’ex Agip Infopoint dati anche questi per operativi, abbiamo trovato una struttura fatiscente con porte e finestre chiuse da lamierati e dei bagni nemmeno l’ombra. E quelli del centro storico? Anche qui abbiamo visitato i servizi igienici dei Teatini dove veniva annunciato anche un fantomatico fasciatoio. Abbiamo scoperto che i bagni pubblici vengono aperti solo ed esclusivamente durante gli eventi e del fasciatoio per le mamme, che hanno bisogno di cambiare i panetti ai loro figli, non c’è nemmeno una foto. Per i bagni del Teatro Romano, anche questi dichiarati funzionanti, per quanto ci riguarda, sono inutilizzabili. Lo spettacolo che si presenta agli occhi di chi guarda è alquanto chiaro: c’è un grosso armadio all’ingresso pericolante, il salmastro che sale dal pavimento sui muri, interruttori dei comandi che azionano la luce elettrica a penzoloni fuori da quelle che un tempo erano le cassette nelle quali erano stati posizionati, graffiti in ogni dove, mancanza degli elementi primari come la carta igienica, asciugamani, specchi, troviamo lavandini ossidati e odore sgradevole. Dulcis in fundo, il più famoso dei bagni pubblici di Lecce, quello di via Marconi. Inutile sottolineare che dal nostro intervento di un anno fa non è cambiato nulla se non la chiusura di quello destinato ai disabili. Anche in questo caso il degrado fa da padrone».
«Una città veramente valorizzata - secondo Capoccia - è quella in cui ogni individuo si sente parte integrante della comunità e questo non accade a Lecce. Valorizzare la nostra città richiede un impegno collettivo e costante da parte di tutti noi. Il tempo delle finzioni, dello “spalancate le fenesce” e dei tanti spot che annunciavano cambiamenti è terminato ormai da tempo. Tutti noi, più che mai, abbiamo la responsabilità di risvegliare lo spirito e l’orgoglio che ci ha uniti in passato e di lavorare insieme per ridare vita a questa città riprendendo in mano il destino per ricostruire le fondamenta di questa comunità».