LECCE - I lavori vanno a rilento - colpa d’una combinazione di contingenze poco propizie e d’una iniziale penuria di personale, specie per gli interventi sul basolato - e per il cantiere sulla mitigazione del rischio idrogeologico di piazza sant’Oronzo si accumulano le lamentele di esercenti e residenti. Già a fine aprile scorso la raccolta delle voci dei commercianti si traduceva in una raccolta dei rimbrotti. E anche ora, costeggiando via Alvino per tastare il polso a distanza di settimane, il coro resta unanime: «Come ci siamo lasciati, ci ritroviamo», dicono residenti e commercianti del posto, indicando - dapprima con un rapido gioco di sguardi, poi portandosi fisicamente a ridosso dei lavori – “il cantiere della discordia”.
Se manca uno scarto tra un prima e un dopo nel comune sentire della gente che attorno vive e lavora, una novità si registra, invece, scrutando i pannelli di cinta: una scritta con pennarello nero - «bravi, complimenti» - rompe l’uniformità delle pannellature di recinzione. Opera di un turista, racconta un esercente della zona: «Perché - spiega ancora il commerciante - venuto a Lecce non ha potuto vedere l’attrazione principale». Per via dei lavori in corso, certo, ma anche, e qui si annida parte delle lamentele, dei pannelli che cingono i lavori, dietro ai quali - a onor del vero - si scorgono, al momento, solo ruspe e massi accatastati. I lavori di rifacimento del basolato si sono resi necessari a causa delle condizioni di particolare dissesto della pavimentazione e le precarie situazioni di sicurezza che ne derivavano. Un prodotto dei fenomeni metereologici violenti degli ultimi anni, congiuntamente alla normale usura del tempo, da cui è scaturito il rischio di innescare fenomeni di dissesto idrogeologico localizzato, determinato dallo scorrimento e dal ristagno in superficie delle acque meteoriche. Da qui l’insorgere del cantiere: con data di inizio lavori fissata, formalmente, il 30 maggio 2022.
E la fine - anche qui formalmente, attenendosi ai dati del tabellone di cantiere affisso all’ingresso dell’area recintata - al 23 agosto dello stesso anno: con molteplici ritardi e correlata rimodulazione del cronoprogramma, che ha risentito dell’assenza di operai specializzati e col tempo anche del sopraggiungere di nuovi problemi, a cui – come spiega l’assessore ai lavori pubblici, Marco Nuzzaci – si è dovuto porre rimedio. «A volte – spiega Nuzzaci - si trovano problemi di pendenza, problemi anche del tubo dell’acquedotto, che abbiamo dovuto attendere per cambiarlo». Dall’assessore, a dispetto delle lamentele, giungono rassicurazioni sull’andamento dei lavori. Di cui, però, sposta avanti la lancetta della fine, fissandola, al massimo, a fine luglio. «Gli operai - precisa ancora - stanno rispettando il cronoprogramma e hanno lavorato in questi giorni anche con la pioggia. Non c’è una data finale perché si è perso un po’ di tempo quando abbiamo cambiato dei particolari del basolato dettati dalla sopraintendenza, però credo entro la metà di luglio. Dobbiamo finire quel tratto, non è che questo cantiere possiamo lasciarlo così. Noi vogliamo sgombrare quell’area quanto lo vogliono i cittadini, ma il problema principale è stata la presenza ridotta di basolatori. Siamo sopra alla ditta come macigni e oggi di basolatori ce ne sono quattro, cinque anziché due come all’inizio. Ci sono tanti passaggi propedeutici per l’attuazione finale che vanno rispettati. Spero che metà luglio, fine luglio riusciamo a rendere l’area accessibile».