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Beatrice Rana, la pianista conquista il mondo con il «suo» Salento nel cuore

 
Maria Agostinacchio

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Maria Agostinacchio

Beatrice Rana, la pianista conquista il mondo con il «suo» Salento nel cuore

«Nella mia famiglia si è sempre creduto nella qualità di fare musica»

Martedì 06 Giugno 2023, 11:00

«Lo stile pianistico di Rana possiede una sorta di seduzione orfica, una leggerezza trascendente del tatto. Una lettura supremamente intelligente». Con questa critica pubblicata sul “Times” si apre il ricchissimo sito di Beatrice Rana, www.beatriceranapiano.com, ad oggi la pianista italiana più richiesta e famosa del mondo arrivata al successo planetario grazie a passione per la musica, talento per il pianoforte, studio indefesso, determinazione e uno charme inequivocabile.

Classe 1993, salentina, figlia di musicisti, ha iniziato i suoi studi musicali a quattro anni e si è diplomata in pianoforte cn Benedetto Lupo a Monopoli, poi ad Hannover e all’Accademia di Santa Cecilia.

Ha inciso otto dischi ed è artista esclusiva per Warner Classics. Dopo il debutto come solista in orchestra all’età di nove anni, ha attirato l’attenzione internazionale nel 2011 con la vittoria del primo premio e di tutti i premi speciali al Concorso internazionale di Montreal, per poi approdare nel 2013 al prestigioso Van Cliburn International Piano Competition dove Beatrice Rana ha vinto la medaglia d’argento e il premio del pubblico . L’ascesa è inarrestabile così come le collaborazioni con i musicisti e i direttori d’orchestra più celebri. Non c’è sala di concerto, teatro, città che non abbia ospitato un suo concerto registrando inevitabilmente il sold out. Innumerevoli i premi internazionali tra cui il prestigioso Editor’s Choice del Gramophone Magazine e il premio Newcomer of the Year del BBC Music Magazine ma il 2017 rimarrà una pietra miliare nella sua carriera grazie alla pubblicazione delle Variazioni Goldberg di Bach. La registrazione è stata elogiata dai critici di tutto il mondo ed ha ricevuto i riconoscimenti “Young Artist of the Year” ai Gramophone Awards e “Discovery of the year” agli Edison Awards. Nel giugno 2018, Beatrice Rana è stata scelta come ‘artista femminile dell’anno’ ai Classic BRIT Awards della Royal Albert Hall e l’anno successivo premiata in Francia con Diapason d’Or e Choc de la Classique. Nel 2017 Beatrice Rana ha fondato il Festival di musica da camera “Classiche Forme” nella sua città natale, Lecce, diventato in pochi anni uno dei più importanti appuntamenti estivi italiani.

L’ultimo disco in ordine cronologico “Clara & Robert Schumann: Piano Concertos” è inciso con la Chamber Orchestra of Europe diretta da Yannick Nézet-Séguin.

La raggiungiamo a Stoccolma dove è impegnata con la Royal Philarmonic, prima del prossimo concerto a San Francisco.

Beatrice Rana, con il suo inconfondibile sorriso, ha raccontato che tutto sommato è bello lavorare in abito da sera ma come riesce ad organizzare la sua vita tra studio, jet lag e concerti? C’è qualcosa a cui non rinuncia mai anche se in tournée intercontinentali?

«Prima di un concerto non rinuncio mai ad un buon espresso perché l’aroma del caffè mi fa sentire a casa. L’organizzazione della mia vita in tournée è molto serrata ed impone tanta disciplina sia nello studio che nel riposo. Nei momenti di pausa mi piace scoprire la città che mi ospita immergendomi nella storia, nell’arte e nella cultura».

Lei è la pianista italiana più famosa al mondo. Che effetto le fa?

«Sono ovviamente molto felice ma non mi crogiolo su ciò che ho fatto, non mi fermo mai sul passato perché la mia scelta di vita mi spinge a pensare sempre a cosa viene dopo, a quale musica studiare, a quale concerto affrontare. Questa ricerca continua è linfa vitale ma anche cruccio perché ho una considerevole dose di autocritica che molti chiamano deformazione professionale dei musicisti».

Vincenzo Rana, Maria Pina Solazzo, Beatrice e Ludovica Rana. «La sua famiglia e la musica. Ci racconti questo poker vincente.

Nella nostra famiglia non solo si è sempre respirata musica ma si è sempre creduto nella qualità del fare musica: è un valore nel quale siamo state cresciute io e mia sorella Ludo e ciascuna, partendo dalla stessa educazione, cerca di estendere al nostro territorio l’importanza della musica attraverso l’educazione, l’ascolto e la frequentazione dei concerti«.

Sui motori di ricerca alla voce Beatrice Rana si aprono decine di pagine zeppe di musica, concerti, interviste e copertine e lei stessa usa i social per raccontarsi. Quanto conta questo tipo di comunicazione per rendere la musica classica “friendly”?

«Ho sempre utilizzato i social, come tutti i miei coetanei, per condividere la mia vita che come tutte le vite, è diversa dalle altre ma nel caso della musica classica, questo genere crea un po’ di distanza. Mostrare la mia “normalità” può essere un modo per creare curiosità e in questo caso il fine giustifica il mezzo perché nella nostra nazione la sfida è proprio quella di creare un cambio generazionale del pubblico, arricchendo la platea già esistente».

Classiche Forme è l’atto di amore per il Salento. Come è nata l’idea di questo festival, oramai giunto alla VII edizione?

«L’idea è nata in modo naïf, invitare dei musicisti che rispetto e ammiro per suonare insieme ma dietro questi concerti c’è un corollario organizzativo che sette anni fa ignoravo. Con il tempo il festival è diventato un impegno a cui dedico tutto l’anno e l’inaspettata reazione e l’entusiasmo del pubblico rafforzano in me questo progetto che giustamente hai definito un atto d’amore: “Classiche Forme” mi permette di restituire al Salento quella bellezza di luoghi, di artisti, di musica e di comunione con il pubblico che è l’aspetto più importante».

Allora appuntamento in Salento con “Classiche Forme” dal 17 al 23 luglio.

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