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Femminicidio in Salento, parla il fidanzato di Sonia: «Si è sacrificata per me»

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Femminicidio in Salento, parla il fidanzato di Sonia: «Si è sacrificata per me»

Sconvolto il nuovo compagno della donna ammazzata a Specchia Gallone, Lecce, dall'ex Salvatore Carfora: «Mi è morta fra le braccia»

Mercoledì 03 Febbraio 2021, 09:03

13:15

«Sonia aveva paura. Era spaventata dalla possibilità che se lo avesse denunciato le avrebbe fatto del male».
Francesco D., 29 anni, è ancora profondamente scosso da quanto accaduto. «Mi è morta tra le braccia - ripete - si è sacrificata per me. Al suo posto dovevo esserci io. Era me che lui voleva colpire, e Sonia mi ha difeso».

Dove eravate di preciso quando c’è stata l’aggressione?
«Per strada, stavamo andando al supermercato. In quel momento non c’era nessuno»


Ricorda se eravate in atteggiamenti affettuosi? Magari l’assassino ha visto qualche gesto di complicità che gli ha fatto perdere il controllo?
«Non lo so, adesso non me lo ricordo. So solo che lei era accanto a me. Lui improvvisamente ci ha aggredito alle spalle, aveva un coltello. Sonia per difendermi si è messa davanti a me ed è stata colpita. Lui è scappato, io avrei voluto inseguirlo ma lei era a terra, perdeva tanto sangue. Ho gridato aiuto, a quel punto sono arrivate alcune persone che risiedono nella zona, ma purtroppo per Sonia non c’era più niente da fare».

Quando vi siete conosciuti?

«Ci conoscevamo già da un anno. Tutto è iniziato con un gioco on line, abbiamo iniziato a sentirci. Poi abbiamo interrotto perché eravamo impegnati. Lei ad agosto si è lasciata con Salvatore ed io a settembre mi sono separato. A quel punto abbiamo ripreso a sentirci. Lei stava qui dal 27 dicembre scorso: era venuta a conoscere la mia famiglia, aveva deciso di trasferirsi qui e vivere con me. Fra qualche giorno sarebbe dovuta tornare a Rimini per sistemare le sue cose».

Salvatore non accettava la fine della loro relazione?
«No, l’ha sempre infastidita. La chiamava di continuo, poi da quando è arrivata qui ha iniziato a tormentare anche me: messaggi e chiamate anonime. Io non capivo, ancora oggi non so come abbia fatto ad avere il mio numero di cellulare ed il mio indirizzo. Forse il numero può averglielo dato qualche parente di Sonia, perché lei a Capodanno aveva fatto a qualche familiare gli auguri con il mio telefono. Di recente, per una settimana, sembrava essersi calmato. Poi ha ripreso. Spero che la giustizia faccia il suo corso. Deve pagare per quello che ha fatto».

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