Per il tredicesimo appuntamento con le più belle dimore di Puglia e Basilicata, ritorniamo in Terra d’Otranto con un castello pugliese tra i più belli: quello di Depressa, di proprietà dei Winspeare, nelle vicinanze di Tricase. Un’antica dinastia inglese quella dei Winspeare proveniente dallo Yorkshire che ha visto Thomas Winspeare, nato nel 1524, il suo capostipite. David Winspeare nato a Londra nel 1704, si trasferisce, in quanto orfano di famiglia cattolica, a Livorno (Granducato di Toscana) nel 1708, presso il maggiore Robert Burke e sua moglie Catherine nata Winspeare, sua zia paterna. La tradizione orale vuole che David diventi un ufficiale di Marina al servizio della corona spagnola: sposa, nel 1737, Anna de Ferrari. Sarà suo figlio Antonio, nato a Livorno nel 1739 e morto a Napoli nel 1820, il fondatore del ramo napoletano: fu militare, intendente e ingegnere al servizio del Regno di Napoli e progettò il porto di Ponza.
Fra le figure più rilevanti degli Winspeare non possiamo non ricordare: David (Portici, 1775 - Napoli, 1847), figlio di Antonio e di Maria Scillitani, che fu uno dei più importanti giuristi napoletani e considerato il padre dell’abolizione del sistema feudale nel Regno di Napoli: nel 1808 fu procuratore generale della «commissione feudale» e nel 1811 pubblicò il suo volume più noto, Storia degli abusi feudali; Roberto (Portici, 1782 - Napoli, 1846), ufficiale d’artiglieria nell’esercito borbonico ma in seguito entrò nelle file dell’esercito dello Zar, decorato dal re di Prussia e insignito dallo Zar della Gran Croce di Vladimiro, della Gran Croce di Sant’Anna e della Commenda dell’Aquila Nera.
E poi Francesco Antonio, nato a Portici nel 1794 e morto a Napoli nel 1870. Con il ritorno dei Borbone, reintegrato nell’esercito delle Due Sicilie, fece una brillante carriera fino a diventare per due volte «comandante direttore dell’Accademia Militare della Nunziatella» (nel 1820 e nel 1838), «brigadiere generale» e nel 1848 fu nominato da Ferdinando II «pari del Regno»; Antonio, nato a Napoli nel 1822 e morto a Depressa nel 1918. Il capofamiglia Davide, il «Gran Barone», decise per lui la carriera amministrativa. Nel 1868 divenne prefetto di Lecce. Nel 1869 si unì in matrimonio con Emanuela Gallone duchessa di Salve figlia del principe di Tricase erede di grandi proprietà nel Capo di Leuca. Da quel momento si farà chiamare Duca di Salve per «maritali nomine» dove costruì il primo stabilimento per l’imbottigliamento del vino del Salento. Non avendo discendenti adottò Edoardo Carlo Winspeare, figlio di suo cugino Antonio Winspeare, prefetto di Milano; Davide, nato a Napoli nel 1826 e morto a Cannes nel 1905. Entrò giovanissimo, nel 1839, nel Reale Collegio militare della Nunziatella. Nel 1877 si è distinto durante la guerra russo-turca, in particolare nella conquista di Kars. In quell’occasione venne decorato e promosso generale. Dopo l’assassino della zar Alessandro II nel 1881 lasciò l’esercito e si ritirò a vita privata a Cannes; Antonio (Napoli, nato a Napoli nel 1840 e morto a Firenze nel 1913), fece una brillante carriera sotto il Regno d’Italia. Sposò la contessa Albina Guicciardi di Cervarolo. Negli anni 90 dell’ Ottocento ricoprì sedi prefettizie di prima classe: alla fine del 1890 Palermo, nel 1891 Torino, nel 1892 venne nominato prefetto di Milano dove rimarrà fino al 1898.
La proprietà più importante della dinastia Winspeare rimane sempre l’antico castello a Depressa. Impostato attorno ad una severa torre angioina del Trecento, fu gravemente danneggiato dall’invasione turca del 1480 e riedificato dai baroni Saraceno nel 1548. I Gallone, principi di Tricase, che acquistarono il feudo di Depressa nel 1604, lo ammodernarono così come si deduce dall’epigrafe con stemma araldico collocato sotto la piombatoia dell’ingresso principale.
Antonio Winspeare per il restauro del suo castello a Depressa affidò i lavori all’architetto Filippo Bacile di Castiglione che da struttura «semidiruta» la trasformò in dimora aristocratica con un intervento «nobilitare senza stravolgere». Il castello a pianta quadrangolare, della struttura cinquecentesca ha conservato le due torri quadrate, un loggiato in cui sono conservati una collazione di frasi del mondo intellettuale incise sulla pietra leccese, la grande scala monumentale e, sul lato ovest, le mensole che sorreggono il camminamento di ronda. Al cortile centrale rettangolare fu aggiunto un porticato facendola diventare una dimora signorile di estrema. Il piano inferiore vede saloni adibiti a magazzini ma anche a ricordi della famiglia nel corso del tempo. Il piano superiore un porticato apre a numerose sale che contiene mobili, oggetti e ritratti dei Winspeare nel corso dei tempi. Nel periodo estivo il castello ha ospitato numerosi personaggi delle case reali d’Europa; i più affezionati sono stati i sovrani del Belgio ma altre prestigiose personalità come Benedetto Croce, i germani Attilio, il poeta, e Bernardo Bertolucci (il regista), la principessa Margaret di Inghilterra.
Della nobile dimora non si può ricordare il lussureggiante giardino il cui disegno risale al 1885 che rispecchia il gusto del bello dei proprietari. L’antico agrumeto dalla schema quadripartito è stato mantenuto, così come la zona a ridosso della dimora, dedicata al passeggio e caratterizzata da un fitto boschetto, quasi un labirinto, di bambù.
Attualmente il castello appartiene ancora agli eredi della famiglia Winspeare e cioè ai figli di Riccardo Winspeare (1912/2002) – costui negli anni tra le due guerre visse soprattutto a Depressa occupandosi di agricoltura e di allevamento di cavalli e fino al 1974 ha posseduto una concessione per la lavorazione del tabacco e la relativa manifattura – e di Sua Altezza Serenissima, Elisabetta principessa del Liechtenstein: il noto regista Edoardo (1965) che ha sposato Maria Celeste Casciaro da cui nasce Arcangela Maria; e l’imprenditore Francesco (1966) che riprende l’attività della vecchia azienda vinicola Castel di Salve, fondata nel 1885 dal prozio Duca di Salve, che si è unito in matrimonio con Esmeralda Faraone Mennella che mette al mondo due figli, Riccardo e Costanza. I due fratelli e, chiaramente, i loro figli discendendo da Edoardo Carlo Winspeare, figlio di Antonio e della contessa Albina Guicciardi di Cervarolo, con Real Decreto del 14 gennaio 1943 sono stati autorizzati all’aggiunta del cognome Guicciardi, ormai estinta, a quello dei Winspeare.
La collaborazione Winspeare-Bacile continuò con il restauro di un palazzo di fronte al castello che Antonio Winspeare acquistò nel 1894 che vede la costruzione anche di uno stabilimento vinicolo. Nelle cantine del palazzo il barone Francesco Winspeare produce vino dal 1990. Francesco Winspeare la pensa come Alexander Dumas: «Il vino è la parte intellettuale di un pranzo».