LECCE - Sono tanti gli episodi, corredati da intercettazioni, per i quali la funzionaria Asl sarebbe venuta meno ai doveri del proprio ufficio in cambio di utilità. Anzitutto, la presunta mazzetta dell'8 giugno, immortalata da una telecamera nascosta, da cui sono scaturiti gli arresti di Carmen Genovasi e Giuseppe Bruno. Dopo un dialogo intercettato tra i due, la Genovasi, esclama: «Eccolo. Vedi che ti sei dimenticato una cosu….Ti sei dimenticato una cosa». A quel punto, Bruno estrae la busta gialla con la scritta “Giuseppe" dal borsello e la posa sulla scrivania.
La Genovasi, come emerso nell'ordinanza del gip Gallo, risulterebbe beneficiaria non solo di dazioni di denaro. Quando, ad esempio, V. S. (anch'egli indagato) si presentava presso il suo ufficio il 28 gennaio scorso, per il mancato riconoscimento della fornitura di una scarpa ortopedica, da parte dell’ASL. E la Genovasi lo consigliava di sottoporsi nuovamente a visita specialistica, indicando falsamente di essere residente a Lecce, per potersene occupare personalmente. Inoltre, V.S. avrebbe dovuto riferire al medico specialista di essere “zio della Genovasi”. Questi dopo avere effettuato la visita, consegnava alla Genovasi quale contropartita per il suo intervento, due caciocavalli. E poi c'è la fornitura, a carico del servizio sanitario nazionale, di una carrozzina elettrica da esterni – con preventivo già predisposto da Bruno Giuseppe- riservata a soggetti non deambulanti, in favore di V.S.. E la Genovasi si attivava per organizzare la visita fisiatrica, oculistica e neurologica per il mese di giugno. Il piano non sarebbe andato in porto, perché nel frattempo, la donna veniva tratta in arresto. E poi l'imprenditore Pietro Bonetti, si sarebbe preso cura del cane della Genovasi, concedendo dei giorni di ferie ad un proprio dipendente, per fargli fare il dog sitter. Il favore è ritenuto “strategico” al punto da essere definito un “colpo gobbo” dallo stesso Bonetti, in una conversazione con il collaboratore. Tra i favori elargiti alla funzionaria Asl, si annoverano anche articoli dedicati al cane, come farmaci antiparassitari. Invece, Giuseppe Bruno, le regalava un termometro ed un saturimetro, nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid-19. E poi, si parla di elettrodomestici, generi alimentari, nonché i D.P.I. (dispositivi di protezione individuale), difficilmente reperibili e venduti a peso d’oro durante l’emergenza epidemiologica.
Nell'ordinanza vengono richiamate svariate intercettazioni a sostegno delle accuse. La Procura, ad esempio, ritiene che Bonetti elargiva alla funzionaria dell'Asl, la somma di circa 1600 euro per il tramite della sua ex collaboratrice (indagata) a fronte della risoluzione di una pratica. I dialoghi intercorsi tra Bonetti ed M.B., nel novembre del 2019, fanno riferimento al peso effettivo di un pesce, che il Bonetti ha ritirato per conto di quest'ultima. In realtà si tratterebbe del denaro da consegnare alla Genovasi, quale compenso pattuito per aver assegnato delle forniture di ausili ortopedici autorizzati all’impresa di M.B.. E si legge nell'ordinanza: “M., io il pesce l’ho preso… ed è un chilo e ottocento grammi”. In tal modo Bonetti ha cripticamente avvisato la propria interlocutrice che avrebbe dovuto corrispondere la somma di 1.800,00 euro a terza persona per il servigio ricevuto. Nella mattinata seguente, Bonetti telefona ad M.B. e la avvisa che la persona, a cui aveva consegnato il pesce, ha riscontrato un calo di peso rispetto a quello indicato il giorno prima. Pertanto, lascia intendere che il beneficiario della somma di denaro aveva lamentato la mancanza di euro 200,00 rispetto a quanto pattuito in precedenza.