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Dal Lodigiano ad Andrano: sospetto contagio da Coronavirus a pranzo nuziale per famiglia salentina

 
Redazione online

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Marito moglie e figlio dal banchetto per il 50° di matrimonio dei nonni del ragazzo al Policlinico di Bari per fare il tampone sul Coronavirus.

Lunedì 24 Febbraio 2020, 09:39

LECCE - Dal banchetto per il 50esimo di matrimonio degli anziani genitori al Policlinico di Bari per essere sottoposti al tampone di accertamento dell’eventuale contagio da Coronavirus.
È accaduto ieri ad una famiglia (marito moglie e figlio) originaria del Comune salentino di Andrano ma residente nel Lodigiano, che nei giorni scorsi era espressamente tornata al paese d’origine per organizzare la festa in onore dei congiunti, in vista dell’importante ricorrenza. Poco dopo le 13 di ieri, però, proprio durante il ricevimento con zii, cugini e nipoti, è successo quello che nessuno avrebbe potuto immaginare: sono giunti nel locale i Carabinieri ed hanno cominciato, sia pure con molto garbo, a chiedere informazioni sulla famiglia che, in ogni caso, pare abbia lasciato la Lombardia per giungere in Salento ben prima che in quella regione si registrasse il primo contagio. Tuttavia, tenendo conto dei tempi di incubazione del virus, si è ritenuto di dover procedere con accertamenti più accurati, anche perché - stando ad alcune voci al momento in via di accertamento - il figlio della coppia avrebbe avuto per insegnante (il condizionale è più che mai d’obbligo) una signora di quella zona, deceduta nelle scorse ore a causa del contagio.

Nella mattinata di oggi, quindi, marito moglie e figlio saranno ricoverati presso il Policlinico di Bari dove verranno sottoposti a tutti gli accertamenti previsti dal protocollo e soprattutto al tampone per la verifica dell’eventuale contagio.
Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Andrano, Salvatore Musarò, specificando che «sono state informate le autorità competenti, la Prefettura di Lecce ed i Carabinieri. Tuttavia - ha reso noto il primo cittadino in una nota - si fa presente che le predette persone non riesiedono in alcuno dei Comuni della Lombardia sottoposti a misura di cautela sanitaria per la diffusione del “Coronavirus Covid 19”».

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