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I funerali a Bari di Benedetto Petrone

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

I funerali a Bari di Benedetto Petrone

Alla «Gazzetta» si rinunciò allo sciopero

Giovedì 01 Dicembre 2022, 16:04

Il 1° dicembre 1977 è indetto uno sciopero nazionale dei quotidiani: «La Gazzetta del Mezzogiorno», per volontà dei suoi giornalisti, va in stampa con un’edizione speciale a 4 pagine interamente dedicata all’assassinio di Benedetto Petrone, «per assicurare una presenza di informazione e opinione democratica». Il titolo in prima pagina non lascia dubbi su quanto avvenuto il giorno prima in occasione dei funerali del diciottenne, barbaramente ucciso nel centro del capoluogo pugliese la sera del 28 novembre. La cerimonia funebre, officiata dai parroci di Bari vecchia, si è tenuta nella cappella del Policlinico: prima, un grande corteo ha sfilato per le vie della città. «Largo Chiurlia trabocca di folla che vuol rendere l’ultimo saluto a Benedetto Petrone. C’è tutta la sua Bari vecchia, che si pigia nelle viuzze. Le bandiere rosse che egli ha stretto in tante manifestazioni sono ora abbrunate. Ci sono tutti i compagni della sezione “Pappagallo-Introna”, affiancati da studenti, operai e dalla gran massa di quanti vogliono testimoniare sdegno e ripudio della violenza, fede nell’antifascismo, nella democrazia. [...] La scorsa settimana si era tutti nello stesso luogo a scoprire la lapide commemorativa di Giuseppe Di Vittorio: proprio lì 55 anni fa il grande leader sindacale alla testa di lavoratori e studenti, respinse l’attacco delle squadracce fasciste che volevano distruggere la sede della Camera del lavoro. Ci si ritrova ora a piangere l’assassinio di un giovane, stroncato da una squadraccia missina».
La bara – portata a spalla dai dirigenti Pci Sicolo, Vessia, Trivelli, D’Onchia– giunge in piazza Chiurlia: qui una grande folla ascolta i discorsi del sindaco Nicola Lamaddalena e del segretario nazionale Fgci, Massimo D’Alema. «Benedetto è stato ucciso per la sua ansia impaziente di cambiare il mondo», afferma Trivelli.

L’immagine di Benedetto diviene icona della gioventù antifascista: la sua foto sarà costantemente riprodotta su manifesti e murales sparsi per la città. Il processo per ricostituzione del partito fascista apertosi il 14 ottobre 1977, un mese prima dei tragici fatti, si intreccia inevitabilmente con le indagini sull’omicidio Petrone. Il delitto, si scoprirà, è stato preparato ed eseguito dagli iscritti alla sezione “Passaquindici” del Msi, da anni fautori di violenze in città. Il processo per l’omicidio Petrone si chiuderà nel maggio 1981: Giuseppe Piccolo, principale imputato, sarà condannato a 22 anni di carcere, ma tre anni dopo si toglierà la vita nel carcere di Spoleto: pene da un anno e mezzo a sei mesi, invece, saranno inflitte agli altri missini accusati di favoreggiamento.

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