«Kiev conquistata. Su tutto il resto del fronte l’avanzata sovietica prosegue senza sosta»: il 7 novembre 1943 «La Gazzetta del Mezzogiorno» riporta gli aggiornamenti del conflitto ancora in corso nel resto d’Europa e in gran parte della Penisola. «In un ordine del giorno pubblicato a Mosca oggi, 26° anniversario della rivoluzione, il Maresciallo Stalin ha annunciato che stamattina all’alba le truppe sovietiche hanno occupato Kiev. Alle operazioni che hanno portato all’occupazione di Kiev, è detto nell’ordine del giorno, ha partecipato il 1° corpo ucraino che è entrato primo nella città presa d’assalto».
L’esercito tedesco è stato costretto, stando a quanto riferisce il giornale «Stella Rossa», dall’irruenza dell’Armata Rossa a battere in ritirata. «Le truppe sovietiche occupano ora un territorio considerevole e numerosi villaggi a sud ovest e a ovest della capitale ucraina, con la conquista della quale i russi dispongono di un’importante testa di ponte sulla riva destra del Dnieper, che aiuterà a cacciare i tedeschi dall’Ucraina settentrionale». Il corrispondente della Bbc sul fronte russo, Paul Winterton, informa che tutta la penisola tra la foce del Dnieper e la Crimea è stata rastrellata da ogni residuo di forze tedesche. «L’inizio della campagna invernale trova i tedeschi in una situazione che non promette niente di buono per loro», afferma fiducioso il cronista britannico. Stalin ha definito Kiev «la chiave dell’Europa sud orientale». Il territorio ucraino è da decenni, in realtà, insanguinato da continui contrasti con la vicina Russia, da cui ha invano cercato l’indipendenza: dopo la rivoluzione bolscevica, è stata teatro di violenti scontri fra le forze rosse, legate a Lenin, e le truppe bianche, formate da componenti del vecchio esercito zarista. Nel 1922 si è costituita come Repubblica Socialista Sovietica Ucraina ed è entrata a far parte dell’Urss guidata da Lenin. Scoppiata la Seconda guerra mondiale, il Paese è diventato presto obiettivo dell’espansionismo di Hitler. Nel settembre 1941 la Germania ha annunciato la caduta di Kiev proclamando: «Questa è la più grande vittoria della guerra».
Più di 500mila soldati russi sono stati fatti prigionieri o giustiziati: la popolazione ebraica è stata quasi interamente sterminata. Con la liberazione della città da parte dell’Armata Rossa del 6 novembre 1943, Kiev ritornerà capitale della Repubblica socialista sovietica e lo rimarrà fino al 24 agosto 1991, quando sarà proclamata l’indipendenza dell’Ucraina, in seguito al crollo dell’Urss. Nel febbraio 2022, con l’invasione russa del Paese, la città è stata posta di nuovo sotto assedio.