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Martin Luther King è Nobel per la pace

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Martin Luther King è Nobel per la pace

Premio all’impegno per l’integrazione razziale

Sabato 15 Ottobre 2022, 17:26

«In mezzo agli odi di razza ha conquistato il Nobel della pace»: così La Gazzetta del Mezzogiorno del 15 ottobre 1964 annuncia l’assegnazione del riconoscimento a Martin Luther King per il suo impegno per i diritti civili e la giustizia sociale. In prima pagina campeggia la foto del pastore battista afroamericano durante un suo discorso nello stadio di Chicago.
«Martin Luther King è nato il 15 gennaio 1929. Suo padre era, come lui, pastore battista. Anche un suo fratello minore è ministro del culto di quella confessione cristiana. Il suo merito è quello di aver dato al movimento per l’integrazione razziale negli Stati Uniti uno slancio irrefrenabile, senza tuttavia provocare una rivoluzione violenta», si legge sulla Gazzetta.
«Il vincitore del Premio Nobel aveva iniziato la sua crociata per i diritti dei negri (questa è l’espressione comunemente utilizzata sui quotidiani dell’epoca, n.d.r.) all’età di 26 anni: «Non troverò pace – disse allora – finché la segregazione razziale non sarà morta in America».

Egli balzò alla ribalta della notorietà allorché diede avvio alla prima manifestazione di resistenza passiva di massa, secondo gli insegnamenti di Gandhi, a Montgomery, in Alabama, nel 1955. Predicando dal pulpito di una chiesa battista di quella città incitò i suoi fratelli di sangue a boicottare i trasporti pubblici cittadini, sui quali vigeva la segregazione. Il boicottaggio si protrasse per 381 giorni. I fanatici bianchi del segregazionismo reagirono con attentati dinamitardi, violenze ed aggressioni. Nelle varie manifestazioni che seguirono in varie città del Sud, King finì varie volte in prigione. Anche di fronte alla provocazioni più spinte, non abbandonò mai il metodo della non violenza, incitando i suoi seguaci a non reagire. «La protesta non violenta è l’arma più potente degli oppressi».

King era riuscito a convincere John F. Kennedy a sostenere la causa dei neri, nonostante il presidente temesse di perdere il voto dei conservatori del Sud. Nel 1963 promosse una marcia interrazziale a Washington, al termine della quale pronunciò il suo discorso più celebre, I have a dream. L’anno seguente ottenne l’approvazione della legge per bandire la segregazione dai luoghi pubblici, il Civil rights act. Dopo aver ricevuto il prestigioso riconoscimento dall’Accademia svedese si impegnerà nella battaglia per la conquista della pienezza del diritto di voto per gli afroamericani e organizzerà le storiche manifestazioni di Selma, in Alabama. Il 4 aprile 1968 sarà assassinato con un colpo di fucile a Memphis per mano di un fanatico razzista, ma le circostanze dell’omicidio non verranno mai del tutto chiarite.

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