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Trieste, quel tricolore sul campanile

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Trieste, quel tricolore sul campanile

«La Grande Mutilata» torna Italia nel 1954

Giovedì 06 Ottobre 2022, 08:30

La foto del presidente della Repubblica Einaudi che consegna il tricolore al vicesindaco di Trieste campeggia in prima pagina su La Gazzetta del Mezzogiorno del 6 ottobre 1954. Il giorno precedente i governi di Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Jugoslavia hanno firmato il Memorandum di Londra, con cui la città di Trieste è stata finalmente restituita all’Italia: «Il tricolore sventola dopo undici anni nuovamente nella città di San Giusto. È questo l’evento che fa esultare il cuore di tutti gli italiani», si legge sul quotidiano.

Con la Prima guerra mondiale l’Italia aveva annesso al proprio territorio non solo il capoluogo giuliano, ma anche l’Istria, Fiume e Zara. Alla fine del secondo conflitto mondiale, perduti questi territori, scoppia nuovamente la questione adriatica. Con i Trattati di pace del 1947 Gran Bretagna, USA, URSS e Francia istituiscono il Territorio libero di Trieste, che andava dalla fascia costiera istriana tra il fiume Timavo a nord ed il Quieto a sud, di fatto uno stato cuscinetto fra Italia e Jugoslavia che avrebbe dovuto essere garantito dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il Territorio libero è diviso in due parti: la zona A, in cui è compresa Trieste, affidata all’amministrazione angloamericana; la zona B affidata a quella jugoslava.

Il memorandum di Londra, che entrerà in vigore il 26 ottobre 1954, prevede che nella zona A l’amministrazione militare anglo-americana venga sostituita dall’amministrazione italiana e nella zona B all’amministrazione militare subentri quella civile.

«Trieste, la “Grande Mutilata”, è tornata nel grembo della patria con un profondo sentimento di gioia contenuta ed ansiosa, così com’è quello di tutti gli italiani. E tale dovrebbe essere il sentimento di tutti i veri democratici di tutto il mondo, se è vero che democrazia vuol dire rispetto della libertà e della volontà dei popoli. La “Grande Mutilata” ci è, forse, ancora più cara per la sua inconcepibile e dolorosa mutilazione: essa lascia dietro e attorno a sè città e popolazioni, territori e tradizioni, volontà e speranze e amarezze roventi di gente fraterna, che alla madrepatria non può ricongiungersi», scrive Leonardo Azzarita.

Anche Bari ha accolto con grande esultanza la notizia: «Dinanzi ai negozi di radio, capannelli di cittadini hanno atteso le comunicazioni diramate nel corso della giornata, specialmente il commosso messaggio di Einaudi al popolo triestino. Stamane il ritorno di Trieste all’Italia sarà festeggiato ufficialmente con le vacanze nelle scuole; la città rinnoverà così i vincoli di secolare amicizia che unisce la sue genti al popolo della italianissima Trieste».

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