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Quel primo giorno in autostrada del Sole

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Quel primo giorno in autostrada del Sole

L’inaugurazione con Moro nell’ottobre ‘64

Mercoledì 05 Ottobre 2022, 10:27

«Una tappa storica nel progresso del nostro Paese» così il 5 ottobre 1964 La Gazzetta del Mezzogiorno racconta l’inaugurazione dell’Autostrada del Sole. Il presidente del Consiglio Aldo Moro ha tenuto il discorso ufficiale al casello di Firenze nord in diretta televisiva.

«L’on. Moro è giunto in treno da Roma alla stazione di Arezzo alle 10,20 e accompagnato da altre autorità si è diretto in automobile alla volta del ponte di Levante sull’Arno: qui ha scoperto una targa che dedica il ponte allo scomparso ministro dei Lavori pubblici Giuseppe Romita, il quale fu principale animatore del programma autostradale del dopoguerra. Il Presidente del Consiglio ha poi raggiunto il piazzale imbandierato della direzione di esercizio della Società autostrade a Firenze Nord, dove è stato accolto con gli onori militari».

Sono trascorsi otto anni dalla posa della prima pietra della grande infrastruttura, avvenuta nel 1956 a San Donato Milanese, alla presenza del capo di Stato Gronchi: finalmente l’intero percorso Milano-Napoli – un’opera avveniristica dotata di 38 gallerie, 113 viadotti e del primo autogrill a ponte d’Europa – è adesso completato.

«Nel corso della cerimonia autorità e invitati hanno potuto seguire, grazie ai numerosi televisori installati proprio di fronte alle tribune, quanto avveniva sui piazzali di ingresso all’autostrada di Orvieto e Chiusi, dove quasi contemporaneamente venivano aperte le transenne mobili dei due caselli», si legge sulla Gazzetta. «Un’opera ardita e geniale» ha detto Moro, le cui prime parole sono state accolte da un nutrito applauso della folla, «una impresa di cui siamo orgogliosi».

Le macchine dei giornalisti e degli ospiti hanno poi dato l’assalto all’autostrada con le proprie automobili. Racconta Plinio Salerno sul quotidiano: «è stato una specie di gigantesco corteo che si è snodato per tre ore da Firenze a Roma: lungo quasi tutti i cavalcavia sotto cui passano velocemente le auto, folle di donne e bambini agitavano le mani salutando, mentre i sorpassi tra le macchine, smettendo per un momento la grinta tradizionale del duello, si svolgevano all’insegna di un’amichevole competizione. All’ultima stazione, la Roma Nord, poco prima del raccordo anulare, tutti hanno dovuto premere sui freni e accodarsi a una fila di macchine lunga mezzo chilometro. Il fiume si arrestava, il corteo aveva termine e le ombre della sera riportavano negli animi il greve presagio dell’imbuto di Roma, del traffico convulso e anonimo della capitale, dove, dopo una domenica di unità, gli italiani si ritrovavano a casa, quando con 60 minuti ormai si percorre mezza Italia».

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