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L’addio sei anni fa al presidente Ciampi

L’addio sei anni fa al presidente Ciampi

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

L’addio sei anni fa al presidente Ciampi

Fu il 10º presidente della Repubblica

Sabato 17 Settembre 2022, 13:10

«Addio a Ciampi, l’uomo delle due Repubbliche vicino al Sud e alla Puglia»: così su «La Gazzetta del Mezzogiorno» del 17 settembre 2016 si rende omaggio al decimo Presidente della Repubblica Italiana. Nato a Livorno nel 1920, umanista di formazione – si laurea in Lettere classiche alla Normale di Pisa –, diventerà uno dei più prestigiosi economisti della storia del nostro Paese. Ha ricoperto, infatti, la carica di Governatore della Banca d’Italia per quattordici anni, dal 1979 al 1993. Subito dopo, in una delicata fase di transizione istituzionale ed economica, è stato nominato presidente del Consiglio.

Dal 1996 al 1999 ha ricoperto diversi incarichi politici: ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica nei governi Prodi e D’Alema, con il risanamento dei conti pubblici ha contribuito fortemente all’adesione dell’Italia all’euro sin dalla sua creazione. Al primo scrutinio, con 707 voti su 990, il 13 maggio 1999 Carlo Azeglio Ciampi è stato eletto capo dello Stato: durante il suo settennato ha ribadito più volte l’importanza di salvaguardare i principi fondamentali della Costituzione e la necessità di consolidare le fondamenta dell’Unione Europea, non solo in senso economico, ma soprattutto politico. «La scelta europeista e la grande partita per far entrare l’Italia nel gruppo di testa tra i paesi che hanno adottato l’Euro, fu una costante, un punto fermo, un radicamento della sua vita politica prima e durante il suo settennato. Era il “padre della moneta unica” e lo ricordava costantemente insieme alla sua vocazione europea».», si legge sulla «Gazzetta».

C’è anche un elemento biografico che lega Ciampi alla nostra terra. All’indomani dell’armistizio, da giovane sottotenente dell’esercito italiano di stanza in Albania, rifiuta di aderire alla Repubblica di Salò e si rifugia in Abruzzo. Da qui, nel marzo 1944, arriva a Bari, che in quel momento è uno dei maggiori centri dell’Italia liberata. In tasca ha un dattiloscritto sul liberalsocialismo che il suo maestro dell’Università di Pisa, Guido Calogero, gli ha affidato: il suo compito è consegnarlo al meridionalista Tommaso Fiore. In quei mesi trascorsi a Bari, Ciampi entra in contatto con gli antifascisti e giovani intellettuali che ruotano attorno alla casa editrice Laterza, all’ambiente del neonato Partito d’Azione, alla redazione di Radio Bari. Con alcuni di loro, tra cui Vittore Fiore e Paolo Laterza, instaura legami che dureranno tutta la vita; spesso ha ricordato, nelle sue non poche visite istituzionali in Puglia, quanto importanti siano stati, per la sua formazione politica e personale, quei mesi trascorsi a Bari nel 1944.

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