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Stretta di mano tra Rabin e Arafat

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Stretta di mano tra Rabin e Arafat

La ratifica degli «Accordi di Oslo»

Mercoledì 14 Settembre 2022, 12:40

«Rabin e Arafat, storica stretta di mano a Washington»: è il 14 settembre 1993 e in prima pagina su «La Gazzetta del Mezzogiorno» compare la foto simbolo dell’intesa raggiunta tra il primo ministro israeliano e il leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp). Si tratta della ratifica dei cosiddetti Accordi di Oslo, che prevedono l’istituzione di un’Autorità nazionale palestinese ad interim su Cisgiordania e Gaza, il graduale ritiro militare israeliano dai territori occupati e il trasferimento dei poteri civili alla nuova entità amministrativa.

Con una dichiarazione, inoltre, Israele accetta come rappresentante del popolo palestinese l’OLP, che a sua volta riconosce il diritto d’Israele a esistere. Quella stretta di mano, dopo anni in cui le due parti hanno rifiutato ogni possibilità di dialogo, suona come un momento di svolta per la pace in Medio Oriente.

«Yitzhak Rabin, il 71enne comandante di tante guerre contro gli eserciti arabi, e Yasser Arafat, l’ex terrorista che per quasi mezzo secolo ha promesso al suo popolo la distruzione di Israele, si sono stretti la mano per dare ai bambini israeliani e palestinesi un futuro di speranza e di pace»: così inizia la cronaca della solenna cerimonia tenutosi alla Casa Bianca. «L’accordo che il Ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres e il collaboratore di Arafat Mahmoud Abbas hanno firmato ieri mattina sullo stesso tavolino su cui fu firmato l’accordo di Camp David, sotto gli occhi attenti del segretario di Stato Warren Christopher e del ministro degli esteri russo Andrei Kozyrev, è certo un accordo limitato, fragile e in molti punti volutamente ambiguo», commenta Gianna Pontecorboli.

«Visibilmente emozionato, quasi esitante di fronte all’enormità del passo che ha deciso di compiere, Rabin ha ricordato che “quello che ieri era un sogno, oggi è diventato un impegno. Abbiamo combattuto contro di voi, i palestinesi, e adesso vi diciamo con voce forte e chiara, basta sangue, basta lacrime, è finito il tempo dell’odio”. In confronto a Rabin, il leader dell’Olp è apparso più fiducioso, ha parlato con voce ferma: “Questo passo ha richiesto un grande coraggio e ancor più ne richiederà andare avanti”».

Dopo la cerimonia, Rabin è ripartito per Gerusalemme per celebrare il nuovo anno, mentre Arafat ha scelto di partecipare al «Larry King Show» «per spiegare le sue ragioni al largo pubblico», si legge sulla «Gazzetta».

L’illusione della pace non durerà a lungo. Gli Accordi verranno attuati solo parzialmente: gli israeliani non fermeranno l’espansione degli insediamenti e il malcontento nei territori occupati non farà che agevolare l’ascesa politica di Hamas.

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