«Al primo C…olpo». Il leit motiv rimbalza dagli spalti del San Nicola, schizza sulle magliette marchiate per l’occasione e piomba in campo dall’inizio alla fine della «Giornata biancorossa», questo 28 aprile celebrativo del ritorno della Bari pallonara nel calcio professionistico. Un brulicare di pubblico a sfumature biancorosse - 10.606 paganti più 7.680 abbonati - che non c’entra niente con il torneo di serie D. Lo scenario - record stagionale al San Nicola per questa annata - si avvicina al movie di un colossal cinematografico tanto caro a maghi della pellicola come la famiglia De Laurentiis. Il film commemorativo del salto in C getta il fumo negli occhi già da un’ora prima del fischio di inizio contro il Rotonda. Il fuoco nelle vene si appicca al bombardamento acustico dalle casse posizionate a bordo campo, mentre - sciarpa al collo e scarpe ginniche a bande bianche e rosse comprate per l’evento - il presidente Luigi De Laurentiis chiacchiera con l’uomo vestito di nero che risponde al nome del sindaco Decaro. A contrasto acceca il total white di Daniela Di Cosola, biondissima speaker scelta per l’occasione accanto ai fedelissimi Riccardo e Fabrizio. Alias voce e dj ufficiali della Ssc Bari. Dal loro fiato parte la miccia ad infiammare gli spalti. La prima vampata arriva alle 14.19, momento in cui i calciatori fanno il loro ingresso in campo per il riscaldamento. Non cantano ai sordi nemmeno le decine di soggetti che si affastellano nei pressi delle panchine. Per esempio, Massimo Marzullo - presidente Csen Bari - consegna una caravella cimelio a De Laurentiis. Pochi metri più in alto - ore 14.25 - sulla gradinata della Curva Nord compare lo striscione («Passano gli anni ma la gente ti segue come sempre!») che alle 15 in punto farà da cornice alla coreografia a gruppi unificati. Una levata di scudi per sbaragliare tutti e tutto fatta di diecimila cartoncini bianchi e rossi, mentre nell’anello inferiore sventolano trenta enormi vessilli a sderenare gli sbandieratori più incalliti. Un passo indietro.
A mezz’ora dal via, lo spettacolo deve ancora cominciare. Dal ventre della Curva Sud, l’unico spicchio desolato, sbucano i ragazzi e gli interi gruppi di Juniores e «Bari for special» del calcio a sette. Le gradinate iniziano a popolarsi proprio quando si riaccendono le luci all’annuncio delle formazioni. Le urla dei tifosi, tutti conciati…a festa, si accoppiano ai balletti al ritmo di «Just can’t get enough» dei Depeche Mode. Un modo come un altro per dire - letteralmente - di questo Bari «Non ne ho mai abbastanza». Tutt’al - tra melodia rispetto al «Ciaddì» intonato da Renato Ciardo, musicista barese per la prima volta sul terreno del San Nicola. Il carrozzone dello show procede col botta-risposta in vernacolo campo-spalti «Sim bariis, l’ meggh du’ mund» e «Sand Nicol va’ pe’ maar». A buon intenditor buone parole. Come quelle dell’inno «Bari grande amore» impostato da Sabino Bartoli (siamo alle 14.55) ad una sola voce col pubblico. Col Bari al riposo sull’1-0, nell’intervallo si gettano nella mischia pure sette bolidi d’epoca sfreccianti sulla pista d’atletica manco fosse Montecarlo. Prima del secondo tempo, dalla Tribuna Est spunta la scritta «Devoti alla vittoria». Successo che arriva al triplice fischio, pochi attimi primi del tripudio finale. Luigi De Laurentiis declama il suo discorso e medaglia i suoi ragazzi - in passerella sul tappeto rosso allestito ad hoc, uno ad uno dai magazzinieri, i tecnici, i collaboratori e i calciatori - prima di ricevere la Coppa dei vincitori da Luigi Barbiero della Lnd. Il ciak va in onda ai piedi del set allestito a centrocampo (un bandierone raffigurante lo stemma del club). Spartiti recitati senza preamboli, come le interruzioni dalla Nord che rispolvera il «Noi vogliamo un grande Bari» e che smuove i seggiolini col classico «Chi non salta è napoletano». In campo, Brienza e Cornacchini provano l’ebbrezza del volo lanciati in alto dagli altri protagonisti. Finisce così, con una coppa sollevata al cielo sotto una pioggia di coriandoli biancorossi.