Lunedì 24 Novembre 2025 | 11:07

Bari, ora Caserta traballa: oggi si deciderà se proseguire o meno con il tecnico calabrese

Bari, ora Caserta traballa: oggi si deciderà se proseguire o meno con il tecnico calabrese

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Bari, ora Caserta traballa: oggi si deciderà se proseguire o meno con il tecnico calabrese

Se fosse deciso l’esonero, D’Angelo e Maran sarebbero in pole. La difesa è la quartultima della B, l’attacco il quintultimo

Lunedì 24 Novembre 2025, 09:28

Un’altra giornata di riflessione. Lo stato maggiore del Bari sfoglia la margherita sul da farsi. Perché è fin troppo evidente che l’andamento non subisca alcuno scossone. Squadra fragile, puntualmente in balia dell’avversario, ma soprattutto senza identità.

Fabio Caserta traballa, inutile girarci attorno. Il tecnico calabrese non ha trovato la chiave per donare sicurezze ai biancorossi. Finita in fumo pure l’ultima certezza: malgrado, avesse vacillato in ogni occasione, il San Nicola aveva comunque consegnato ai Galletti undici degli attuali tredici punti in classifica. Ora, invece, è stato abbattuto anche lo stadio di casa. E da ieri i pugliesi sono di nuovo in zona playout, acciuffati dal Sudtirol e sorpassati dal Mantova, sebbene Vicari e compagni, rispetto alle dirette concorrenti, abbiano una gara in meno.

Oggi sarà la giornata decisiva per eventuali scelte radicali. Ieri il club si è trincerato nel silenzio, ma confronti ad ampio raggio si sono svolti sia tra il presidente Luigi De Laurentiis ed i suoi più stretti collaboratori, sia con la proprietà in senso «ampio». Perché, malgrado le distanze, Filmauro non può certo permettersi che il Bari perda la categoria a soli due anni dall’inevitabile cessione causata dallo stop alla multiproprietà imposto al 30 giugno 2028. Oggi Caserta sarà regolarmente in sede per dirigere l’allenamento del pomeriggio. Ma prima di intraprendere un’altra settimana di lavoro, si terrà un ulteriore faccia a faccia. E non è escluso che emerga la decisione di separare le strade tra il mister di Melito di Porto Salvo e la società biancorossa. D’altra parte, non ci sarebbe altro tempo per un possibile ribaltone. Sabato la squadra sarà impegnata nella trasferta di Empoli, giovedì 4 dicembre andrà in scena il recupero con la Juve Stabia, quindi l’8 è in programma l’incontro casalingo con il Pescara. Turni ravvicinatissimi che lasciano poco margine di manovra.

Se si optasse per l’esonero di Caserta, la rosa dei «papabili» alla panchina barese sarebbe ristretta. Si cercherebbe un tecnico che non chieda un vincolo superiore al prossimo 30 giugno (con eventuali opzioni di rinnovo), convinto di incidere subito su un gruppo smarrito. Due i nomi in pole. Il primo è Luca D’Angelo, recentemente esonerato dallo Spezia e da sempre profilo gradito all’entourage pugliese. L’allenatore pescarese è comunque legato fino al 2027 con i liguri, ma la possibilità di rientrare subito in pista in una piazza prestigiosa potrebbe indurlo ad accettare un’eventuale proposta. A ruota segue Rolando Maran, già al Bari dall’estate del 2006 fino a febbraio 2007: il 62enne allenatore trentino garantirebbe esperienza e ampia conoscenza della categoria. Potrebbe accettare la scommessa fino a giugno per poi ragionare sul futuro. Ne parlano in pochi, ma va considerato anche Moreno Longo, ancora sotto contratto, peraltro con un ingaggio ragguardevole (sui 300mila euro). La chiusura del rapporto con il trainer piemontese non è stata propriamente distesa, tuttavia resta una risorsa già a libro paga del club. Chiude il cerchio Leonardo Semplici: altra guida esperta, sebbene reduce dalla burrascosa parentesi alla Sampdoria. Tuttavia, non è il solo Caserta ad essere in discussione. Una rosa colma di lacune ed evidentemente debole in alcuni reparti chiama in causa soprattutto in causa la coppia di direttori sportivi composta da Giueseppe Magalini e Valerio Di Cesare. A gennaio si dovrà obbligatoriamente mettere mano all’organico: occorre chi operi con idee chiare ed estrema efficacia. Un’ipotesi al momento piuttosto embrionale porterebbe a valutare Gianluca Petrachi, libero dopo aver risolto il vincolo con la Salernitana.

Sembra quasi che il Bari stia continuando a rimandare l’inevitabile. Tre soste di campionato sono trascorse invano: e se alla prima pausa i Galletti sono arrivati dopo l’incoraggiante pareggio con il Monza, alla ripresa sono incappati subito nel doppio ko contro Modena e Palermo, per poi pareggiare con Sampdoria ed Entella e battere il Padova. Più sostanzioso il bilancio dopo lo stop di ottobre: alla brutta sconfitta di Reggio Emilia, sono seguite le affermazioni interne con Mantova e Cesena, quindi il pari di La Spezia, senza sfruttare la superiorità numerica per oltre un tempo. Ma se i risultati, pur modesti, non rasentano ancora il disastro, clamorosi sono gli imbarazzi mostrati in campo. E rimarcati da numeri emblematici. Il Bari ha incassato 19 reti ed è la quartultima difesa: peggio soltanto Spezia (20), Avellino (25) e Pescara (28). Stenta anche l’attacco, quintultimo con 13 gol all’attivo, precedendo solamente Entella, Padova, Spezia (tutte a 12 gol), nonché la Sampdoria (11). Non solo. I biancorossi sono passati in svantaggio in sette occasioni su dodici, in tre gare hanno subito tre reti nell’arco dei 90’ (a Modena, Reggio Emilia e con il Frosinone), contano appena due «cleen sheet» (con Mantova e Cesena) e soltanto in tre sfide hanno segnato più di un gol nel corso della stessa partita: è accaduto con Entella, Padova e Frosinone, ma solo contro i veneti sono arrivati i tre punti. Segno evidente che non si sanno capitalizzare nemmeno le rare giornate in cui si produce qualcosina in più. E ancora: i Galletti hanno portato in rete appena sei uomini (Castrovilli si è unito a Dorval, Moncini, Gytkjaer, Verreth e Cerri), solo il Mantova ne conta meno con cinque. Indicatori di una squadra che non funziona in troppe componenti. Che Caserta resti o meno, una scossa è imprescindibile. Le prossime ore chiariranno se il club intenda intervenire o se si proseguirà in un percorso estremamente pericoloso.

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