Mercoledì 26 Novembre 2025 | 00:02

Il Bari in crisi: tutti sotto processo

Il Bari in crisi: tutti sotto processo

 
fabrizio nitti

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fabrizio nitti

Il Bari in crisi: tutti sotto processo

Resta valida l’ipotesi che Caserta resti in sella, ma stavolta sarà una fiducia a tempo. Se dalla trasferta di sabato ad Empoli non giungeranno segnali reali di ripresa, allora le decisioni diverranno inevitabili

Martedì 25 Novembre 2025, 14:46

Ribaltone o no? Nel Bari sono ore ancora convulse. Una città umiliata e con il morale a terra prova a farsi sentire: nelle cancellate dello stadio San Nicola sono apparsi eloquenti striscioni che invitano il tecnico Fabio Caserta e soprattutto il direttore sportivo Giuseppe Magalini a lasciare il club. Entrambi responsabili, non c’è dubbio, di una situazione che chiama in causa anche le altre componenti, dalla proprietà al «vice» di Magalini, Valerio Di Cesare.

Ma nell’era in cui nessuno rassegna le dimissioni rimanendo nelle proprie posizioni persino a dispetto dei santi, è altamente improbabile che allenatore e direttore sportivo compiano un passo indietro. Oggi la squadra riprenderà il lavoro in vista della trasferta di sabato ad Empoli: scontato che avvengano i faccia a faccia decisivi. D’altro canto, l’impressione è che serva un cambio di attori, oltre che di marcia, per evitare che la stagione peggiori. Già oggi i numeri sono impietosi: nei confronti del tecnico e di chi ha costruito la squadra con l’avvallo dello stesso tecnico; e nei confronti dei «De La», considerando lo «spopolamento» progressivo dello stadio San Nicola

Tuttavia, il club nel frattempo non sta fermo e valuta il panorama delle alternative. Il presidente Luigi De Laurentiis da un lato è molto preoccupato: non è un mistero che siano in corso interlocuzioni per favorire quantomeno un ingresso nella compagine sociale di un forte investitore, ma il biglietto da visita attuale è piuttosto misero. Soprattutto, non si può rischiare di mettere sul piatto una squadra che rischia di essere seriamente coinvolta nella lotta per non retrocedere. Dall’altra parte, però, l’amministratore unico dei biancorossi è decisamente adirato. Non soltanto per i risultati, ma anche per la constatazione che in qualche modo la sua fiducia è stata tradita. Forse anche nell’assunzione di responsabilità che stenta ad essere manifesta in chi non è evidentemente riuscito ad assemblare un complesso competitivo e in chi non si sta dimostrando in grado comunque di estrarne contenuti credibili. Ecco perché Magalini, Di Cesare e Caserta non possono ritenersi esenti dal concreto rischio di essere sollevati dall’incarico. In attesa di capire se procedere o meno alla scelta più drastica, la società ha in ogni caso avviato un giro di orizzonti, per ora piuttosto ristretto. Chi, eventualmente, potrebbe essere in grado di imprimere una sterzata alla pericolosissima china che la squadra sta calpestando? Si cercherebbe in ogni caso un tecnico che non chieda un vincolo superiore al prossimo 30 giugno (con eventuali opzioni di rinnovo), convinto di incidere subito su un gruppo in alcuni momenti alla deriva. Resterebbe in pole Luca D’Angelo, recentemente esonerato dallo Spezia e da sempre profilo gradito all’entourage pugliese. L’allenatore pescarese è comunque legato fino al 2027 con i liguri: il Bari sarà in grado di proporgli un impegno di pari durata? Bisognerebbe valutare al limite la sua voglia di rientrare subito in pista in una piazza prestigiosa, addirittura a costo di rinunciare ad un anno e mezzo di ingaggio assicurato. Un’ipotesi di difficile attuazione, ma che resta sul campo. A ruota segue Rolando Maran, già al Bari dall’estate del 2006 fino a febbraio 2007: il 62enne allenatore trentino garantirebbe esperienza e ampia conoscenza della categoria. Potrebbe accettare la scommessa fino a giugno per poi ragionare sul futuro. Negli ultimi due mesi ha seguito costantemente il Bari, in prima persona e con i suoi collaboratori. Persona pacata ma decisa, comunque uomo di campo. Va considerato obbligatoriamente anche Moreno Longo, ancora sotto contratto, peraltro con un ingaggio ragguardevole (sui 300mila euro). La chiusura del rapporto con il trainer piemontese non è stata propriamente distesa, tuttavia, resta una risorsa già a libro paga del club. In questo caso andrebbero ricuciti una serie di rapporti deterioratisi strada facendo.

Nel novero ci sarebbe pure Leonardo Semplici: altra guida navigata, sebbene reduce dalla burrascosa parentesi alla Sampdoria. La candidatura dell’ultim’ora, però, condurrebbe a Vincenzo Vivarini che nell’attuale stagione ha guidato il Pescara fino all’11 novembre (otto punti in 12 turni): il mister abruzzese è stato in biancorosso nel 2019-20 centrando una rimonta in C con una lunghissima serie utile che si è conclusa soltanto nella finale dei playoff per la B, persa con la Reggiana. Il presidente Luigi De Laurentiis si è sempre pentito di aver interrotto un rapporto che avrebbe voluto proseguire: i rapporti tra le parti sono tuttora solidi.

Oggi comunque è previsto un nuovo faccia a faccia a tutto tondo. Resta ovviamente valida l’ipotesi che Caserta resti in sella, ma stavolta sarà necessariamente una fiducia a tempo. Se dalla trasferta di sabato ad Empoli non giungeranno segnali reali di ripresa, anche tattici e tecnici, allora le decisioni diverranno inevitabili, anche se giovedì prossimo è in programma il recupero con la Juve Stabia al quale seguirà il match interno dell’8 dicembre con il Pescara. Gli impegni ravvicinati, però, non costituiranno un ostacolo di fronte ad eventuali necessità. In bilico ovviamente anche i direttori sportivi Giuseppe Magalini e Valerio Di Cesare. Se non arriverà la svolta, anche il loro esonero sarà inevitabile, alla luce di un mercato invernale che si preannuncerebbe davvero impegnativo. Tutto e tutti sotto processo, dunque. In attesa di quelle risposte che finora non sono arrivate nemmeno in minima parte. 

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