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Premia la reazione, boccia l'approccio
l'analisi del pareggio di Cornacchini

 
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Premia la reazione, boccia l'approcciol'analisi del pareggio di Cornacchini

"Se scolleghiamo la spina quando il traguardo si avvicina siamo mentalmente limitati"

Lunedì 25 Febbraio 2019, 11:08

 
Premia la reazione, boccia l’approccio. Giovanni Cornacchini è lucido nell’analisi del pareggio del suo Bari contro l’Acireale, il terzo stagionale al San Nicola. «Il nostro avvio non è stato adeguato. Abbiamo creato poco, ci siamo adeguati a un ritmo blando senza alzare l’intensità e cercare gli smarcamenti. L’Acireale è stato ordinato. Ma anche se la prima frazione fosse finita 0-0, il discorso non sarebbe cambiato perché avremmo dovuto sviluppare una prestazione differente. La reazione della ripresa, invece, è stata veemente. Abbiamo creato tante occasioni, avremmo meritato il successo». L’impressione è che il Bari tenda un pochino a rilassarsi quando il margine sulla Turris diventi particolarmente congruo. «È un aspetto da analizzare. E se fosse così, mi dispiacerebbe perché sul piano motivazionale lavoriamo tantissimo sottolineando che non dobbiamo risparmiarci mai. Se scolleghiamo la spina quando il traguardo si avvicina, allora significa che su tale aspetto siamo limitati. Quando si può dare la spallate decisiva al campionato, non si può esitare. Il margine resta importante e le giornate si accorciano, ma, come ho spesso ripetuto, il campionato non è finito. Ci sarà ancora da combattere». Impossibile non toccare il tema arbitrale: addirittura tre i penalty reclamati dai galletti, con il fallo di mano nel primo tempo di Gambuzza su tiro di Brienza che è parso un rigore solare. «Non ho mai fatto polemica da inizio anno - dice Cornacchini - e non comincerò adesso. Tuttavia, a volte si ha la sensazione che, pur di dimostrare l’inesistenza di una sudditanza nei confronti del Bari, si decida al contrario. Almeno un rigore ci manca». L’ul - tima battuta è sulla concorrenza tra i centravanti: Pozzebon ha deluso nel primo tempo, Simeri ha fallito un’occasione ciclopica nella ripresa e allora ci ha pensato Iadaresta. «Negli ultimi match - conclude Cornacchini - la staffetta Pozzebon-Simeri si era rivelata proficua. Iadaresta non è una comparsa: le sue doti da ariete magari non sono congeniali a un calcio che cerca la profondità. Ma ha dato una dimostrazione di come possa essere determinante».

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