A Udine, sabato alle 15, il Lecce proverà a regalarsi il quarto risultato utile consecutivo dopo il pari interno con il Bologna, il successo di Parma ed il nulla di fatto casalingo con il Sassuolo. «Cercheremo di dare continuità al nostro percorso - afferma il capitano Wladimiro Falcone che, mantenendo la rete inviolata contro i neroverdi guidati da Fabio Grosso ha stabilito il nuovo record di “clean sheet” in massima serie di un portiere con la casacca del team salentino -. Anche i nostri prossimi rivali vengono da risultati altalenanti e, cimentandosi tra le mura amiche, partiranno forte per chiuderci nella nostra metà campo, ma vogliamo metterli in difficoltà. I punti in palio valgono tanto anche per la nostra classifica. Questa volta speriamo di buttarla dentro e di non incassare gol».
Nella sfida con il Sassuolo, il Lecce ha inseguito la vittoria, che non è arrivata: «È stata una gara tutt’altro che spettacolare, con scarse occasioni. Abbiamo fatto più degli emiliani, ma non è bastato per spuntarla. È importante non avere subito reti e avere concesso pochissimo. In altri periodi, un match del genere lo avremmo perso con l’unico tiro in porta lasciato agli avversari. Siamo consapevoli che in fase offensiva dobbiamo riuscire ad avere maggiore efficacia e stiamo lavorando sodo con il mister per migliorare e riuscire ad imporci in partite come quella con i neroverdi».
Così come nel 2024/25, il Lecce segna poco: «Difficile dare una spiegazione, in quanto in allenamento curiamo tanto questo aspetto, ma va detto che il Sassuolo disponeva di un tridente del calibro di quello composto da Berardi, Pinamonti e Laurienté e contro di noi non ha scoccato un tiro in porta. Questo significa che segnare è complicato per tutti in A. Ci manca qualcosa, la giocata risolutrice, ma sono convinto che arriverà». Con Giampaolo in panchina, la costruzione dal basso era quasi un obbligo. Con Di Francesco non è un dogma: «Mi capita di scherzare con Fructhl su questo argomento perché lui, nel Bayern Monaco, è stato compagno di squadra di Neuer, che io “maledico” perché ha cambiato il modo di giocare dei portieri, con i piedi. A me, però, sembra assurdo che un estremo difensore del valore di Donnarumma sia stato mandato via dal Paris Saint Germain perché non abbastanza bravo nell’impostazione. Il nostro allenatore ci chiede di provarci, ma solo quando ci sentiamo convinti di non esporci a dei rischi. Preferisco che sia così».
Falcone è alla sua quarta stagione con il Lecce: «Nel 2022/23 in seno al gruppo c’erano più italiani e parlavamo soprattutto la nostra lingua, che quasi tutti conoscevano. Poi, dal 2023/24, è aumentato il numero degli stranieri e nello spogliatoio, che è sacro, abbiamo adottato l’inglese. Nell’annata in corso, abbiamo iniziato male. Noi “senatori” ne abbiamo parlato prima del match con il Bologna. Ci siamo detti che bisognava cambiare rotta e qualcosa è scattato. Sono contento dello spogliatoio. I più giovani ed i nuovi hanno compreso cosa significhi indossare la maglia del Lecce. Penso che in campo si sia notata la svolta. Mi piacerebbe che in questa stagione riuscissimo a fare meglio del 2024/25». Al centro della difesa non c’è più l’ex capitano Baschirotto, che era un pilastro, ma sta emergendo il giovane Tiago Gabriel, mentre Jamil Siebert ha steccato le prime uscite: «”Baschi” era un leader, per me un fratello. Mi è dispiaciuto tanto che sia andato via. Il suo gioco era basato molto sul carisma, sulla forza, sulla foga. Tiago Gabriel è un po’ più “pulito” negli interventi. A volte sembra quasi che non ci sia ed invece, al momento giusto, spunta la sua gamba. Siebert si è ben comportato nella B tedesca nel 2024/25, ma la A è del tutto differente. Ha bisogno di adattarsi al calcio italiano. Io, però, ho modo di vederlo all’opera ogni giorno in allenamento. Segue l’allenatore, si applica tanto. Ci darà una grossa mano».
«WladiMuro», com’è stato soprannominato dai tifosi salentini, ha ereditato da Baschirotto la fascia di capitano: «Per me significa tanto avere scritto alcune belle pagine della storia del Lecce. Mi fa piacere avere battuto alcuni record stabiliti da grandi interpreti del mio ruolo che hanno militato fra i salentini in passato. Quando sono arrivato non avevo idea di quanta strada avrei percorso in giallorosso, ma sono contento ed onorato di fare parte di questo club. Ora penso solo all’obiettivo che ha tutto il collettivo, ovvero conquistare la quarta salvezza consecutiva. Significherebbe centrare un grandissimo traguardo». La Nazionale resta un sogno: «Se dovesse arrivare una chiamata sarei felicissimo, ma so di avere davanti dei “mostri” di bravura, più giovani di me. Un’esperienza in azzurro l’ho fatta. Se dovessi avere un’altra chance sarebbe bello, in caso contrario va bene così».