«Finora sono emersi tre piani cui ricondurre il tema della sicurezza dei trasporti ferroviari nelle reti regionali». Uno di questi «è costituito dall’effettiva gestione della sicurezza dei lavoratori, del trasporto e dell’esercizio della tratta in concessione da parte della società Ferrotramviaria. La mole di documenti acquisiti delinea un quadro di lacune, deficienze, superficialità, attenzione meramente formale all’organizzazione di un’impresa ferroviaria». È quanto si legge nella relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'incidente ferroviario del 12 luglio 2016 sul binario unico Andria-Corato della Ferrotramviara, dove due convogli si scontrarono frontalmente provocando 23 morti e 50 feriti.
La relazione «è stata presentata dalla presidente della Commissione d’inchiesta, Camilla Fabbri, e dovrà essere sottoposta all’approvazione della Commissione, prevista nella seduta dell’1 agosto 2017». Nella relazione si precisa che «è opportuno giungere a considerazioni conclusive ed esaustive dopo il compimento di atti istruttori di natura tecnica, in particolare consulenza tecnica in via di completamento presso la Procura della Repubblica di Trani competente per territorio, nell’arco delle prossime settimane».
«Allo stato degli atti è seriamente ipotizzabile che fattori organizzativi, formativi, decisioni tecniche correlate alla politica aziendale, siano stati di certo una delle concause del grave evento che ha portato alla morte di 23 persone e alle lesioni di altre 50 persone, tra viaggiatori e lavoratori». È quanto si legge nella relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'incidente ferroviario del 12 luglio 2016 sul binario unico Andria-Corato della Ferrotramviaria, dove due convogli si scontrarono frontalmente.
Nell’ambito dei «piani cui ricondurre il tema della sicurezza dei trasporti ferroviari nelle reti regionali» - prosegue la relazione - ci sono «una serie di fattori amministrativi e organizzativi: dal sistema dei controlli, alle concessioni, alle competenze e alla geografia delle responsabilità individuate dalla legge all’interno di ciascun esercente la rete ferroviaria. Si tratta di un profilo che nel caso concreto del disastro di Corato ha avuto un determinante ruolo che potrà essere perfettamente istruito alla luce degli ultimi atti istruttori che devono ancora essere compiuti».
«Altro piano di considerazione - si precisa - è costituito dalla confusione normativa che governa la disciplina della sicurezza nella materia del trasporto ferroviario le cui disposizioni si sovrappongono, si intrecciano in un coacervo normativo privo di organicità e sistematicità. Al riguardo la responsabilità di chi è chiamato ad applicare le norme a livello aziendale e a livello amministrativo può essere delineata in modo esauriente soltanto dopo aver completato i punti ora esposti».
Nella relazione si legge inoltre che «opportunità istituzionale, economia di tempi e di costi (si pensi ad es. agli esiti dell’esperimento giudiziario con cui è stato riprodotto l’impatto dei convogli) e spirito di leale collaborazione tra le istituzioni, inducono quindi ad attendere per un brevissimo lasso di tempo al fine di poter acquisire dall’autorità giudiziaria di Trani gli esiti. Si potrà così giungere celermente da parte della Commissione a conclusioni corrette anche sotto il profilo tecnico circa la dinamica dei fatti e le cause materiali che hanno portato allo scontro frontale dei due convogli ferroviari».