La condanna è definitiva. La corte centrale - organo supremo della Corte dei Conti - ha respinto il ricorso presentato dall'ex assessore comunale Filippo Condemi, dall'ex dirigente comunale Marcello Vuozzo, dall'ex segretario generale Giuseppe Luigi Spada e dall'ex sindaco Rossana Di Bello, contro la condanna al risarcimento decretata dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Puglia, per la vicenda dell'inceneritore.
Il ricorso era stato proposto ed è stato discusso dagli avvocati Filippo Condemi, Nicola D'Andria e Giuseppe Misserini che, conti alla mano, hanno cercato di confutarea tesi secondo cui l'affidamento della gestione dell'inceneritore si risolse in «un danno per il Comune di Taranto».
«L'affidamento della gestione dell'inceneritore si rivelò un affare economico per l'Ente comunale di Taranto, poiché fu effettuato a prezzi vantaggiosi rispetto a quelli previsti in convenzione» hanno sostenuto nel ricorso i rappresentanti della difesa, cercando di dimostrare che la Corte dei Conti di Bari sbagliò nel ritenere che l'affidamento diretto all'Ati «Tme Termomeccanica» si tradusse in un salasso per l'Ente comunale.
Pur se l'affidamento configurò un reato (come sancito dalla Cassazione nel 2013, quando furono rigettati i ricorsi presentati dall'ex assessore comunale e candidato sindaco del Pdl, Aldo Condemi, e dell'ex segretario generale del Comune di Taranto, Giuseppe Spada, confermando la sentenza con la quale il 27 ottobre del 2011 la corte d'appello condannò Condemi a un anno e sei mesi di reclusione, sancendo invece la prescrizione per Spada e per l'ex coordinatore di settore per l'Urbanistica Marcello Vuozzo, che non ha però presentato ricorso alla Suprema Corte) non così poteva sostenersi, sempre secondo la difesa, sul fronte amministrativo, ragionamento che infatti ha ispirato il ricorso, elaborato con una serie di calcoli finalizzati a supportare la tesi che l’affidamento avrebbe permesso al Comune di "incassare" un forte risparmio.
La corte centrale ha invece ritenuto valida la ricostruzione fatta dalla corte dei conti di Bari che pure distinse tutte le posizioni. Condemi, Vuozzo e Spada furono ritenuti responsabili di colpa diretta, per aver attuato iniziative finalizzate all'indebito affidamento della gestione dell'inceneritore, con condanne al risarcimento pari a 5 milioni e mezzo di euro. Quanto all'ex sindaco Rossana Di Bello, concorrente «a titolo di colpa grave», fu condannato a pagare 400mila euro, ma in solido con gli altri tre.
La sentenza ora è diventata definitiva e dunque è prevedibile che la magistratura contabile passi all’incasso, riscuotendo i risarcimenti stabiliti dalla sezione di Bari della Corte dei Conti.[M.Maz.]