LECCE - Il derby non incorona la regina del girone C di Lega Pro, a tutto vantaggio della Juve Stabia e anche del Matera, che approfittano del rallentamento delle due pugliesi. Ma la partita, combattuta e avvincente, è stato un vero e proprio spot per il calcio con le due squadre che hanno entrambe dimostrato di avere tutte le credenziali per poter ambire alla promozione diretta in serie B, al di là del risultato di ieri che concede, almeno per il momento, un esiguo vantaggio alla attuale capolista campana.
Lecce e Foggia non sono riuscite a superarsi, ma entrambe avrebbero meritato la vittoria, come dire che il risultato di parità è giusto in una gara che è stata vibrante e avvincente dal primo all’ultimo minuto. Lecce meno brillante sul piano del palleggio e del possesso di palla rispetto al Foggia, ma sicuramente più speculativo e chirurgico. Il Foggia, al contrario, è stato certamente più bello da vedere, più autoritario nella manovra di gioco, una squadra che gioca sempre il pallone, anche nelle situazioni di alta criticità. E se qualcosa gli si può rimproverare è proprio quello di non spazzare mai il pallone, anche quando volerlo giocare a tutti i costi, comporta dei rischi. In un contesto del genere la partita poteva risolversi solo con un episodio fortuito e quello non c'è stato. Da ciò lo zero a zero che fotografa il reale andamento della partita.
Primo tempo equilibratissimo, nella cui prima parte il Foggia aveva fatto la partita andando vicinissima al vantaggio prima al 3’ con una botta di Chiricò respinta in due tempi da Bleve e poi al 5’ quando il sinistro al volo di Rubin innescato da un taglio di prima di Agnelli dall’altra parte dell'area aveva fatto tremare la traversa con Bleve nettamente battuto. Quindi, ancora al 26’ con Lepore che deve anticipare in extremis Mazzeo sulla linea di porta.
Il Lecce ci mette un po’ a prendere le misure, ma quando lo fa, nella parte finale della prima frazione, confeziona situazioni da gol pericolosissime, che fallisce al 29’ con Torromino che, smarcato da un velo di Mancosu, manda alto solo davanti al portiere e al 38’ con Caturano che, liberato da un assist di Torromino, si fa respingere di piede alla disperata da Sanchez.
Secondo tempo abbastanza simile come copione. Foggia che fa la partita per buona parte del tempo, ma Lecce che è pericolosissimo quando innesca tagli e ripartebnze che trovano sempre l’uomo pronto ad attaccare la profondità. Ed anche nei secondi 45 minuti di gioco le occasioni si sono equivalse. Al 10’ solo una deviazione di Ciancio impedisce il gol ad una botta a colpo sicuro di Agnelli, al 15’ il colpo di testa di Caturano che corregge una scodellata di Torromino dalla destra, dà la sensazione del gol infrangendosi sull’esterno della rete. Al 16’ Mancosu pareggia il conto dei legni colpendo il montante esterno da fuori area e al 18’ Chiricò calcia fuori di un soffio dal limite dell’area. Poi, la partita si fa più muscolare e meno spettacolare con qualche buona occasione fallita da entrambe le parti, ma, man mano che passano i minuti, le due squadre si fanno più attente a non prendere gol perchè a quel punto, significherebbe perdere la partita. Ma nonostante tutto i capovolgimenti di fronte e i tentativi di prevalere continuano fino all’ultimo istante di gioco.
Lecce-Foggia, mezzo sorriso

Martedì 01 Novembre 2016, 10:35
02 Novembre 2016, 10:48