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Ecco a Bari i cartelli 2.0
informazioni sul telefonino

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

nuovi cartelli a Bari

«È il primo tassello di una strategia tesa a collegare tra loro i monumenti cittadini all’interno di una logica di percorsi culturali e artistici»

Domenica 20 Marzo 2016, 09:27

di NINNI PERCHIAZZI

BARI - Da piazza Mercantile alla Cattedrale, dalla Basilica al Castello svevo: sono 32 i nuovi cartelli informativi «2.0» in via di installazione nella città vecchia, dedicati a turisti e baresi, con la descrizione di beni artistici e culturali. Le paline informative turistiche, si chiamano così, saranno collegate tramite codice «Qr» (quick response code) a un portale web. Così, basterà «strisciare» il codice col telefonino per avere in diretta informazioni e note storiche su ogni monumento indicato in cinque lingue (italiano, inglese, francese, russo e spagnolo). Inoltre sarà possibile avere notizie sugli orari di apertura e chiusura dei monumenti e l’eventuale costo del biglietto di ingresso.

Entro una decina di giorni il progetto sponsorizzato dal Rotary club Bari potrà andare a regime in virtù del completamento delle istallazioni e la presentazione del sito internet dedicato. L’associazione barese presieduta da Paolo Di Tonno, ha risposto all’avviso di sponsorizzazione pubblicato dal Comune al fine di realizzare e migliorare la segnaletica descrittiva dei monumenti cittadini anche nell’ottica del crescente flusso turistico registrato negli ultimi 15 anni. «I pannelli sono pensati innanzitutto per i croceristi, che spesso restano disorientati dalla bellezza verace del nostro borgo antico», spiega l’assessore alle Culture, Silvio Maselli, fautore dell’iniziativa.

«È il primo tassello di una strategia tesa a collegare tra loro i monumenti all’interno di una logica di percorsi culturali e artistici», afferma. «Bari ha pensato per decenni che la città fosse dedita esclusivamente al ciclo commercio-edilizia-turismo business - dice ancora l’assessore -. Poi è arrivata la crisi globale e ci ha insegnato che i territori possono attrarre turisti solo facendo di se un racconto. Non basta avere la Fiera, bisogna venderla. Offrendosi nella propria autenticità e organizzando l'accoglienza con servizi e la promozione a livello regionale».
«Iniziamo adesso un cammino appassionante: ai pannelli che raccontano i principali monumenti in 5 lingue, si aggiungeranno presto quelli per i turisti non organizzati che potranno finalmente orientarsi dentro Bari Vecchia», prosegue Maselli, rilanciando la «Bari guest card», progetto che ancora non è riuscito a decollare.
«È uno strumento di marketing territoriale evoluto (è in via di aggiudicazione) - dice -, mentre tra qualche mese indiremo la gara per dotarci di un posizionamento promozionale turistico, che a Bari è sempre mancato». E conclude: «Finora abbiamo lavorato per dare un senso e riaprire i nostri contenitori culturali, anche perché le statistiche ci raccontano che oltre il 30% della domanda globale di turismo è orientato al consumo culturale. E su questo abbiamo incentrato la nostra strategia».

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