Gli hub vaccinali aperti nel weekend, a partire da quello di Pasqua, per somministrare le dosi di AstraZeneca a tutte le persone che ne hanno i requisiti. È l’idea che la Regione sta per mettere in campo per accelerare la campagna, dando allo stesso tempo anche una risposta alle numerose critiche sui ritardi.
I dati del ministero della Salute dicono che all’altroieri la Puglia (che è la regione con il maggior numero di punti di vaccinazione territoriali aperti, pari a 304) ha somministrato almeno una dose al 58% delle persone tra gli 80 e gli 89 anni (il 27% ha avuto anche il richiamo), facendo poco meglio della Lombardia e poco meno del Lazio. Dove va decisamente peggio è nella fascia oltre 90 anni, dove la copertura è ferma a poco più del 43% (la Lombardia è al 73%, il Lazio al 71%, la Toscana e la Basilicata addirittura al 76% ma nel secondo caso i numeri assoluti sono molto contenuti): il motivo sono i ritardi nell’avvio delle somministrazioni domiciliari agli ultraottantenni, che procedono a passo lento e che dovrebbero vedere un’accelerazione da martedì in poi con l’utilizzo dei medici di medicina generale. Dove va ancora peggio è nella fasce inferiori, a partire proprio da quella tra 70 e 79 che dovrebbe cominciare a ricevere i vaccini a partire dal 12 aprile.
Ecco dunque che l’idea di consentire a chiunque presentarsi negli hub (almeno in quelli che sarà possibile mantenere aperti nei weekend), al solo patto di rientrare in categorie che possono ricevere AstraZeneca potrebbe dare una scossa alle percentuali. Parliamo ad esempio degli insegnanti, ma anche le persone nella fascia 70-79 che non hanno patologie gravi: tra questi rientrano i «caregiver», spesso coniugi conviventi di persone più anziane che già rientrano nella fascia dei «prenotati».
Il piano straordinario dovrebbe essere annunciato oggi, e potrebbe prevedere la vaccinazione a Pasqua ma anche a Pasquetta. Dopo il boom di mercoledì (20mila somministrazioni), ieri la Puglia è scesa a quota 7.367 a fronte di una media giornaliera di circa 10-11mila e ad una capacità stimata di 30mila vaccini al giorno.
Ma ovviamente la priorità riguarda le persone più anziane. Gli ultraottantenni vaccinati finora sono 138mila (di cui 68mila con il richiamo) su 267mila (cifra che comprende pure le persone in assistenza domiciliare). Considerando che sono circa 40mila le prenotazioni per le somministrazioni domiciliari, di cui non più di 3mila già eseguite, si vede che per esaurire la sola prima dose potrebbero essere necessarie molte settimane. E tutto questo senza tenere conto la bassa disponibilità di vaccini: in Puglia fino al 24 aprile dovrebbero arrivarne circa 611mila dosi, salvo revisioni dovute alle ulteriori consegne delle ultime 48 ore.
Ieri la Asl di Bari ha cominciato a consegnare le dosi di Moderna ai medici di base. A Foggia i medici di base lavorano già da una decina di giorni. A Lecce e nella Bat si procede, in alcuni distretti, con i medici dei Dipartimenti di prevenzione. Continuano anche le somministrazioni alle persone fragili (ad esempio dializzati, emodializzati, trapiantati o in attesa di trapianto) per i quali stanno proseguendo - non senza difficoltà - le fasi di programmazione. La Puglia ha toccato ieri quota 612mila somministrazioni totali (196mila sono doppie dosi), di cui circa 200mila in provincia di Bari e 100mila in provincia di Foggia.
Intanto, prosegue la polemica sulle liste dei vaccinati. Il consigliere regionale Fabiano Amati (Pd), che aveva presentato richiesta di accesso, denuncia di non averle ancora ricevute «a dispetto delle prerogative dei consiglieri e quindi dei cittadini elettori, ma soprattutto della verità. Mi sembra chiara la volontà di occultare qualche misfatto. Ho per questo proposto un nuovo reclamo», dopo il primo che era stato accolto dalla presidenza del Consiglio regionale.