Il M5S voterà oggi sulla piattaforma Rousseau l’adesione o meno al governissimo di Mario Draghi, dopo la sospensione per 24 ore della consultazione. Il via libera alla procedura è venuto dal capo politico Vito Crimi dopo una giornata di fibrillazioni interne, rischi di scissioni, mediazioni del garante Beppe Grillo e soprattutto dopo l’apertura giunta dal presidente incaricato che ha fatto propria la proposta di nominare un super ministero ambientalista, quello della transizione ecologica. Sarà un voto nazionale ma con effetti anche nelle ormai roventi dialettiche in corso nel movimento nei territori, a partire dalla dilaniata Puglia.
Il tema del neo ministero non è solo nominalistico, ma consente all’ala governista del movimento - capeggiata da Luigi Di Maio ma con l’endorsement dell’ex premier Giuseppe Conte («Se fossi iscritto alla piattaforma Rousseau voterei sì perché il paese è in condizioni tali, ci sono tali urgenze, che comunque è bene che ci sia un governo»)- di portare una prima conquista politica agli iscritti che decideranno se il Movimento sarà parte integrante o meno della prossime esperienza di governo. La formula della vittoria sulla nuova dizione del dicastero dell’Ambiente ripete lo schema adottato per favorire l’ingresso dei grillini nella giunta Emiliano: prima una serie di provvedimenti caldeggiati dai 5S e approvati dalla maggioranza e poi la nomina dell’assessore al Welfare Rosa Barone (nomina con riserva in attesa di un voto sulla piattaforma che viene da mesi rimandato).
La base grillina (anche pugliese) è in subbuglio e una parte dei portavoce parlamentari potrebbe rompere in caso di voto a favore di Draghi, dando vita ad una vera scissione (in pole il deputato Pino Cabras). Per evitare questo esito la senatrice salentina Barbara Lezzi - insieme a Alessandro Di Battista - sta tentando una mediazione per conto dei “ribelli” e punta a far inserire nel quesito l’opzione di una astensione davanti al nuovo governo, ma questa linea non convince i governisti (in caso di vittoria degli astensionisti verrebbero meno i possibili incarichi ministeriali…).
Il congelamento del voto e la riproposizione nella giornata di oggi è accolta con favore dai grillini governisti eletti alla Regione Puglia. L’assessore al Welfare Rosa Barone: «Approvo l’idea di valutare per bene su cosa votare.
Un sì o un no per il paese va ben ponderato. Ha ragione Grillo quando chiede di conoscere le proposte di Draghi. Dobbiamo avere più informazioni per decidere la nostra posizione». Sulla stessa linea Grazia Di Bari, capogruppo alla Regione Puglia del M5S: «Giusto ascoltare il presidente incaricato Draghi, quantomeno per il rispetto che si deve all'istituzione e al mandato che gli ha dato il presidente della Repubblica.
Altrettanto, giusto poter dare informazioni esaustive per poter fare maturare la decisione che sia il più consapevole possibile. Per cui condivido questa scelta fatta dal nostro capo politico Vito Crimi in accordo con il garante Beppe Grillo». Entrambe però non si sbilanciano sul voto che daranno sulla piattaforma, mentre Antonella Laricchia, consigliere regionale anti accordi con il Pd è contro il nuovo esecutivo.
La conta interna inizia oggi sulla piattaforma è in ogni caso dividerà in tre il Movimento: ci saranno i governisti (probabili vincitori), gli anti-Draghi che si allineeranno (come il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra) e gli intransigenti che non avranno altra via se non quella della scissione. E queste dinamiche avranno effetti anche in Puglia, dove il Movimento è spaccato tra governisti entrati a pieno titolo nella maggioranza dem con il governatore Emiliano e identitari che auspicano un ritorno all’opposizione. E proprio gli identitari potrebbero scegliere la Puglia come laboratorio di un nuovo percorso (all’interno o fuori dai 5S).