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Potenza, sequestrata la salma del 67enne che aveva denunciato il ritardo del tampone

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

ospedale san carlo potenza

Sarà un’inchiesta giudiziaria a chiarire la cause che hanno portato alla morte l’uomo, risultato positivo al Covid-19

Sabato 04 Aprile 2020, 11:53

POTENZA - La Procura di Potenza ha disposto il sequestro della salma del pensionato potentino di 67 anni morto giovedì scorso nell’ospedale di Potenza per il coronavirus. Sarà un’inchiesta giudiziaria, dunque, a chiarire la cause che hanno portato alla morte l’uomo, risultato positivo al Coronavirus che, con i suoi familiari, aveva sollecitato per giorni l’effettuazione del tampone. Senza alcun risultato. Una vicenda terribile, un caso che ha sollevato indignazione ed interrogativi in Basilicata soprattutto perché il pensionato, dopo essere stato al Pronto Soccorso con febbre alta e tosse era stato rimandato a casa. Ritornando in ospedale dopo dieci giorni con una sintomatologia più acuta.

L’inchiesta giudiziaria che ha disposto anche l’autopsia darà risposte. Ma risposte verranno anche dall ’inchiesta parallela interna disposta dal presidente della Regione Vito Bardi per individuare eventuali negligenze e responsabilità. Indagine che come viene spiegato dai vertici della task force regionale sull’emergenza coronavirus punta a verificare se vi sono state responsabilità nel percorso di cura e nei protocolli. «Abbiamo aperto un indagine e vogliamo verificare se vi sono state responsabilità nel percorso delle cure e se i protocolli in essere sono stati rispettati» sottolinea il direttore generale Ernesto Esposito, evidenziando come gli accertamenti riguardino l’ospedale «San Carlo», il nosocomio più grande della Basilicata, ed il suo Pronto soccorso con i controlli che durante la prima vista all’uomo sono stati fatti ed il rispetto del protocollo nazionale sul Coronavirus che, ad esempio, prima ancora dei risultati del tampone prevede che venga fatta una Tac o una ecografia per verificare se vi sono polmoniti in atto.

Insomma, due inchieste diverse e parallele che andranno avanti, mentre in Basilicata si continuano a registrate nuovi contagi. Quindici gli ultimi registrati ieri, nella gran parte nel Materano, che hanno portato a 249 i casi totali di coronavirus (a cui si aggiungono 5 guariti ed 11 decessi).

E proprio tra gli aspetti legati ai contagi una nuova vicenda riguarda il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Asp di Potenza (reparto che si trova nella struttura dell’ospedale San Carlo) dove sono risultati positivi 2 pazienti ma l’esito dei tamponi effettuati il 30 marzo scorso sarebbe stato comunicato con ritardo, incidendo sulla tempistica legata alle misure di contenimento del rischio di contagio per personale e pazienti. Un’altra storia complicata, dunque, che si somma anche alle polemiche sui tamponi effettuati senza che agli interessati sia stata data una risposta.

Da tempo, la situazione era stata evidenziata sia da singoli cittadini sia dai sindacati. Ora, però, quello che sembrava una sorta di «mistero» legato alla gestione dei tamponi è stato in parte spiegato dalla stessa Regione. Ad esserci stato è un difetto di comunicazione, con «la negatività al tampone che non viene comunicata». Un errore, quindi, che ha provocato non poche tensioni e che dovrebbe essere risolto con un nuovo iter. Perché già da stamattina tutti i risultati dei tamponi verranno caricati sulla piattaforma dell’Osservatorio epidemiologico. In questo modo, sia i sindaci sia i medici curanti che hanno accesso alla piattaforma possono verificare i risultati e comunicarli.

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