BARI - Non comprendo la scelta politicamente scellerata che il presidente della Regione ha fatto negli ultimi giorni. E lo dico anche da presidente regionale Anci. Mi sono vantato in giro quando la Regione ha approvato la legge sulla partecipazione. Ma secondo voi si può realizzare un parco senza far partecipare la collettività? I rappresentanti di albergatori, commercianti, studi tecnici mi hanno voluto incontrare; vogliono sapere se sia possibile che la regione faccia un’azione così forte ossia istituire un parco e non interpella il territorio fruitore del parco?». Non ci sta il sindaco di Polignano, Domenico Vitto. Prima le criticità emerse sotto il profilo ambientale, paesaggistico, urbanistico nelle 17 pagine di relazione in merito al progetto di riqualificazione e valorizzazione di costa Ripagnola, firmate dal direttore del dipartimento mobilità, opere pubbliche e paesaggio della Regione, Barbara Valenzano. Poi, le voci emerse in un incontro con la stampa di perplessità del presidente Michele Emiliano, che ad un complesso residenziale turistico preferirebbe un’oasi naturalistica. A quel punto, il sindaco sbotta.
«Il parco non si fa in un ufficio, bisogna capire come perimetrarlo. Noi abbiamo lottizzazioni già approvate e qualcuno ha in mente di fare un parco per l’intero territorio, ci lasciano libero solo il centro abitato. Noi siamo a favore del parco che sia però occasione di sviluppo non un blocco». Parliamo di una zona che comprende Cozze sino a Cala Fetente, spiaggia a nord di Polignano, e a sud di Polignano, una zona che da Portalga giunge a Torre Incina. Si tratta di circa 10 ettari. Per realizzare la struttura, bisogna tenere conto dell’esistenza nell’area di trulli. «Tutto ha inizio nel 1997 quando il commissario ad acta adotta il Piano regolatore generale della città. Al Prg giungono 122 osservazioni. La Regione recepisce gran parte delle osservazioni e approva il Prg nel 2003», ricorda Vitto. E accusa chi si oppone al progetto. «Oggi, l’ex assessore regionale, Mimmo Lomelo dei Verdi, che sedeva a quei tavoli, protesta a difesa dei trulli; all’epoca protocollava le sue osservazioni e nessuna riguardava i trulli. Non si può, in base al momento politico di un individuo, cambiare idea sulle questioni». Ancora: «Nel 2005 si va in consiglio comunale e si approva definitivamente il Prg all’unanimità: 21 voti favorevoli su 21 presenti. Quindi, per quanto riguarda la questione dei trulli, si è acquisito un diritto. In questa storia la politica non può e non deve entrare. Se la politica interferisse con ciò che è acquisito dal diritto sarebbe un abuso di ufficio e io non l’ho mai fatto». La sua difesa di un progetto:
«Abbiamo tutti i pareri favorevoli della Soprintendenza ai beni archeologici, ai beni culturali, Asl, sezione tutela e valorizzazione del paesaggio della Regione e sezione ecologia. Il settore paesaggio della Regione pone 36 prescrizioni ed è qui deve intervenire la politica che ha il dovere di verificare se queste prescrizioni sono osservate». Conclude: «Non possiamo essere invitati a una conferenza di servizi senza un confronto serio con la comunità. Abbiamo bisogno di comunicare con i nostri cittadini». Frattanto l’ex deputato dei Verdi Mimmo Lomelo replica: «Non ho mai cambiato idea e sono coerente per le battaglie a tutela della nostra bellezza storica naturale. In quell’area c’è la memoria storica agricola di Polignano». Spiega: «Lì ci sono un vincolo panoramico, paesaggistico e archeologico, i vincoli della legge Galasso. Basta leggere e studiare».