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Asl Bari sperimenta ambulatori senza medici al posto dei punti di primo intervento: le proteste

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

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Fimmg Bari e Ussmo chiedono lo stop. Ma è lite tra il sindacato dei medici di famiglia e l'ordine degli infermieri, secondo cui è pura demagogia l'accusa della Fimmg

Lunedì 15 Luglio 2019, 13:09

15:44

«Sostituire i punti di primo intervento con ambulatori che non prevedono la presenza di un medico non è una soluzione, perché non segue un modello di assistenza territoriale organico». Così Nicola Calabrese, segretario Fimmg Bari e vice segretario nazionale Fimmg, commenta la annunciata apertura da parte della Asl Bari di ambulatori infermieristici in 5 località del Barese dove sono stati dismessi i Punti di primo intervento. «Esiste già il modello del Care Puglia, una best practice a livello nazionale, che propone un’assistenza territoriale flessibile - continua Calabrese - e consente di offrire assistenza continua anche ai pazienti cronici in modo personalizzato, anche a domicilio».

Il Care Puglia 3.0 delle cure territoriali pone la responsabilità della presa in carico nei mini team degli studi di medicina generale con la loro struttura organizzativa (medico, infermiere e assistente di studio). Grazie a progetti sperimentali, c'è stato un potenziamento dell’Adi, l’assistenza domiciliare integrata, agli ultra 65enni, passata dal 1,8% del 2010 al 3,1% del 2016, stando ai dati del Ministero della salute. Gli ambulatori dei medici di famiglia sono presenti su tutto il territorio, anche nei piccoli comuni e consentono di erogare diverse prestazioni, tra cui quelle di diagnostica di primo livello. «Al momento solo il 15% dei medici di famiglia ha la possibilità di assumere un infermiere, mentre siamo al 50-60% per i collaboratori di studio. Se questo modello venisse esteso a tutti i 3.300 medici di famiglia pugliesi - conclude Calabrese - si potrebbe far crescere l’assistenza domiciliare integrata, un parametro su cui la Puglia è in sofferenza rispetto agli indicatori ministeriali». Laddove sono stati chiusi gli ospedali, invece, Fimmg propone lo sviluppo dei CPT (Centri polifunzionali territoriali), in cui medici di medicina generale sono presenti per 12 ore insieme ad infermieri e collaboratori e offrono assistenza domiciliare, diagnostica di I livello attraverso la telemedicina, prelievi, medicazioni. Il tutto gratuito e senza ticket. «Per questo Fimmg ha annunciato lo Stato di agitazione. I cittadini hanno diritto ad un’assistenza territoriale capillare ed efficiente - aggiunge Donato Monopoli, segretario Fimmg Puglia - che non può esserci senza medici».

«Non è certamente aprendo Ambulatori infermieristici che si può sopperire alle carenze strutturali sanitarie che vi sono in Puglia. Un posto di Primo Soccorso medico - conferma Franco Lavalle, segretario dell’Ussmo - non si sostituisce con le medicazioni, la misurazione della pressione o la terapia iniettoria. I pazienti chiedono la risoluzione del proprio problema quando vanno in una struttura sanitaria, vogliono risposte diagnostiche immediate non pannicelli caldi. Le persone vogliono personale nei reparti, medici ed infermieri in primis, posti letto, pronto soccorso efficienti, prestazioni in tempi sostenibili. Gli infermieri sono ottimi professionisti e le loro competenze vengono svolte magistralmente. Perché, allora, non vengono utilizzati per rinforzare l’esistente negli Ospedali dove la carenza degli infermieri riveste carattere di allarme? Le persone si recano in una postazione sanitaria perché hanno problemi che solo un medico può diagnosticare e decidere sul da farsi. Perché a questo punto non si utilizzano le strutture già esistenti degli studi associati dei medici di medicina generale? Quanto previsto nella Asl Bari ci lascia molto perplessi. Non è certo con l’apertura di nuovi poliambulatori non medicalizzati che si possono dare efficaci risposte ai bisogni di salute».

LITE FRA IL SINDACATO DEI MEDICI DI FAMIGLIA E L'ORDINE DEGLI INFERMIERI - «E’ pura demagogia, la presa di posizione della FIMMG, di contestazione all’apertura di altri cinque ambulatori infermieristici nel territorio dell’ASL di Bari». Così risponde in una nota l'Ordine degli Infermieri di Bari: «Folle è stata giudicata dalla FIMMG la decisione del D.G. medico dell’ASL BA, Antonio Sanguedolce, di promuovere iniziative di salute sul territorio, per accogliere i bisogni che i cittadini hanno espresso riguardo alle cure infermieristiche. Folle e inaccettabile è la condizione posta dai medici di medicina generale che si ritengono i “gestori” esclusivi di tutte le prestazioni sanitarie, ivi compreso quelle infermieristiche su cui vorrebbero averne il governo, non solo sanitario ma anche economico.

Ai cittadini pugliesi, cosi come accade in molte regioni d’Italia, vanno garantite le cure infermieristiche che non richiedono alcuna “supervisione”, medica. E’ follia vera quella denunciata dalla FIMMG di contrastare l’azione dell’ASL a beneficio dei cittadini impedendo agli stessi di poter usufruire di una serie di prestazioni cui necessitano e che di seguito si esemplificano: (terapia iniettiva intramuscolare, endovenosa, sottocutanea, medicazioni, fasciatura, piccola traumatologia, rimozione suture, vaccinazioni, cateterismo vescicale, rilevazione parametri biofisici e clinici, follow-up delle cronicità, spirometrie ecografie, elettrocardiogramma e altro.)»

LA RISPOSTA DEL DIRETTORE GENERALE DELLA ASL DI BARI - «Gli ambulatori infermieristici non sono sostitutivi dei punti di primo intervento territoriali - sostiene il D.G. della Asl di Bari Antonio Sanguedolce - Il Regolamento Regionale sul modello organizzativo e di funzionamento dei PTA, approvato con DGR 1001 del 12/06/2018, prevede espressamente la presenza, in via prioritaria nei PTA, degli ambulatori infermieristici. Questi non sono stati pensati come strutture in sostituzione dei punti di primo intervento ma come importante anello di congiunzione con tutte le attività finalizzate all’integrazione ospedale/territorio. L’ambulatorio infermieristico non è assolutamente alternativo al modello care puglia in quanto è finalizzato all’erogazione di prestazioni assistenziali di competenza infermieristica a pazienti deambulanti, quindi come ulteriore risorsa a disposizione nell’ambito dei servizi extraospedalieri.  L’Infermiere, è il caso di precisare, è un Professionista Sanitario a tutti gli effetti, con autonomie e responsabilità ben definite dalla normativa vigente. Ambulatori infermieristici Territoriali sono già una realtà in molte regioni e con risultati estremamente positivi, come ad esempio quelli della regione Lazio o della regione Toscana»

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