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Bufera su Spina, ostriche e suite: i rimborsi d’oro dell’ex sindaco di Bisceglie

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bufera su Spina, ostriche e suite: i rimborsi d’oro dell’ex sindaco di Bisceglie

Esposto di un consigliere comunale di Bisceglie: il Comune ha speso in trasferte 65mila euro in 5 anni

Giovedì 13 Giugno 2019, 10:22

10:25

BARI - Nell’ottobre 2014, per partecipare al Salone del Gusto di Torino, l’allora sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, ha prenotato una junior suite al Best Western Luxor: 460 euro per tre notti. E per tornare a casa, ha preso l’aereo da Linate, dove è arrivato in taxi: 620 euro. Una vera e propria passione quella per i taxi, che insieme a ostriche e mozzarelle di bufala sembrano essere i preferiti di Spina.

Lo ha scoperto un giovane consigliere comunale di Bisceglie, Giuseppe Losapio. Dopo aver notato che all’albo pretorio non venivano pubblicate le liquidazioni delle trasferte degli amministratori, come prevede la legge, ha fatto un accesso agli atti. Il risultato sono 98 determine di liquidazione emesse tra il 2013 e il 2018, per un totale di 65.674 euro, una montagna di carta finita in un esposto che Losapio ha protocollato lunedì al segretario generale del Comune, responsabile dell’anticorruzione.

La parte del leone la fanno, ovviamente, le trasferte del sindaco Spina. Che a Roma il 18 giugno 2013 ha pernottato all’hotel Forum spendendo 205 euro per una notte, mentre l’11 maggio 2016, ha mangiato alla crostaceria Sa Tanca di via Palermo spendendo 110 euro, mentre il 1° giugno 2017 ha scelto la classica Ambasciata d’Abruzzo di via Pietro Tacchini, ai Parioli, per un pranzo per due persone da 220 euro. In precedenza, ad aprile 2014, ha mangiato all’ostricheria La Rosetta, dietro il Pantheon, dove andava spesso: altri 100 euro, nell’ambito di una missione di un giorno che - scrive Losapio - è costata 553,90 euro. E tutto questo nonostante la legge (un decreto ministeriale del 2011) imponga un massimale di 184 euro per giorno di missione fuori sede e di 58 euro a pasto.

L’esposto nota che circa il 40% delle spese (che riguardano tutti gli amministratori e non solo il sindaco) è stato rimborsato su autocertificazione, dichiarando cioè di aver smarrito le ricevute. E nota ancora che nelle determine di liquidazione sono finiti scontrini e ricevute di ogni genere, anche per le cose più piccole: due euro di cioccolate Lindt all’Autogrill di Fiorenzuola, due stecche di gianduia Venchi all’aeroporto di Torino, 56 euro di latticini al caseificio di Caianello (acquistati dall’allora vicesindaco), due pacchetti di Pall Mall alla stazione di servizio di Mirabella sulla Napoli-Canosa. «Nello specifico - scrive Losapio - risultano rimborsi per caffè, colazioni e pasti che fanno insorgere dubbi in merito all’effettivo numero di partecipanti autorizzati alle missioni, rispetto a quello deliberato».

E poi, appunto, ci sono i taxi, che il Comune di Bisceglie ha rimborsato anche nei giorni in cui la missione era avvenuta con l’auto di servizio, spendendo ogni volta diverse centinaia di euro. Per non parlare dei rimborsi per il carburante: a fronte di un consumo stimato da viaMichelin di 90 euro per 780 km andata e ritorno, il carburante di un Bisceglie-Roma e viceversa è stato pagato 160 euro a marzo 2015 e 210 a febbraio 2017. Spina non ha ritenuto di rispondere ad una telefonata e a un messaggio Whatsapp in cui la «Gazzetta» chiedeva chiarimenti.

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