Essendo rappresentata in Parlamento, Forza Italia è esonerata dal raccogliere le firme per la presentazione delle candidature. Ma la relativa dichiarazione, sottoscritta dal capogruppo alla Camera - dice l’Ufficio elettorale circoscrizionale di Foggia - doveva essere autenticata da un notaio e non da un altro parlamentare.
È questo il motivo per cui i magistrati del distretto foggiano (presidente il giudice penale Carmine Luca Volino, componenti Federica Porcelli e Antonella Cea) sabato hanno ricusato la lista provinciale di Forza Italia. Una decisione che non è rimasta isolata: a Foggia sono «cadute», almeno per il momento, anche le liste dei Popolari per Decaro e quella (unica) del candidato governatore Sabino Mangano.
La decisione non è definitiva. I relativi rappresentanti di lista sono stati convocati stamattina davanti ai magistrati foggiani (al primo piano, Tribunale civile) per fornire le proprie controdeduzioni. In caso di conferma della ricusazione, è possibile il reclamo entro 24 ore alla Commissione elettorale centrale cioè alla Corte d’appello di Bari cui spetta anche pubblicare il decreto definitivo per l’ammissione dei candidati alle elezioni del 23 e 24 novembre. È poi possibile - eventualmente - anche il ricorso al Tar.
I casi però sono diversi e, dice chi sta seguendo la vicenda, sono anche stati trattati diversamente dalle altre commissioni circoscrizionali. Forza Italia è stata esclusa a Foggia perché la dichiarazione sul possesso dei requisiti che escludono la necessità di raccogliere le firme è stata sottoscritta dal capogruppo Barelli e autenticata da un altro deputato e non - dice il Collegio - da un notaio come richiede la legge regionale pugliese. Tuttavia si tratta di una prassi comunemente accettata, oltre che prevista dalle norme di altre Regioni (vedi la Calabria). L’altra irregolarità rilevata nella lista azzurra (sanabile) è sull’autentica delle dichiarazioni di accettazione di alcune candidature, fatta da funzionari comunali di cui non è stata prodotta la delega.
Per quanto riguarda la lista «Popolari per Decaro» promossa dall’assessore uscente Gianni Stea, il problema rilevato riguarda il delegato supplente (cui spetta l’indicazione dei rappresentanti di lista) che non è iscritto nelle liste elettorali di Foggia. Anche in questo caso, la contestazione sembrerebbe superabile: nelle altre province, infatti, è stato semplicemente depennato il delegato supplente la cui presenza non è obbligatoria.
Due le contestazioni alla lista che fa riferimento a Mangano. Una riguarda il simbolo «Alleanza Civica» che contiene all’interno altri due simboli (per i quali è stata contestata la mancanza delle liberatorie). L’altra (come per FI) la legittimità delle autentiche dei candidati. I responsabili ritengono di poter dimostrare la legittimità di entrambi gli aspetti. Oggi se ne saprà di più, considerato pure che il termine per la conferma delle candidature a presidente della Regione (da parte della Corte d’Appello di Bari) deve avvenire tassativamente entro le 12.












