Mentre noi perdiamo tempo a discutere di ius scholae e di ius soli, ci sono piccole-grandi realtà in cui questo discorso è superato. Siamo a Stornara, in provincia di Foggia, piccolo paese agricolo con un unico corso e un'unica scuola: case basse, anziani che ti salutano appena passi e una marea di famiglie straniere, quelle dei lavoratori dei campi. Nelle poche classi dell'istituto comprensorio Giovanni Paolo I, il 40 per cento degli alunni non è italiano: bulgari, rumeni, tunisini, marocchini, nigeriani sono tra i banchi con gli studenti pugliesi.
Pelli diverse, religioni e lingue differenti unite dal colore dei murales, dato che questo paese ha cambiato la sua storia grazie al grande movimento nato con «Stramurales», un festival che richiama ormai street artist da tutto il mondo. Vengono qui e riempiono di volti, disegni e pitture i muri di una città che altrim,enti non avrebbe brillato di bellezza. Da qualche tempo, questi artisti internazionali fanno anche da tutor ai piccoli studenti dell'unica scuola, dato che sono nate iniziative laboratoriali capaci di interessare i piccoli e soprattutto superare l'abbandono scolastico. Ebbene, l'inventiva e i progetti sono stati talmente creativi, che il «modello Stornara» verrà ora portato a Torino, al convegno nazionale per la sperimentazione del metodo Finlandese. Sì, perché in questo paesino della Puglia è questo il metodo educativo e i risultati sono evidenti, nonostante le mille difficoltà, l'assenteismo, la renitenza, il deserto culturale. E la fuga dalla scuola.
L'altro giorno nell'unico stradone centrale che attraversa Stornara, i bambini pugliesi e delle tante nazionalità residenti si sono trasformati in madonnari: con gessetti e bozzetti hanno creato soggetti laici e religiosi. A ciascuno la libertà di sentirsi un madonnaro: c'è chi ha ritratto la chiesa di San Rocco, chi un ulivo, chi la vigna. Sono anche quelli simboli di una fede familiare nel lavoro, qualsiasi sia la religione professata. Corsi di arte e di fotografia, sperimentazioni e laboratori, la guida di qualche artista argentino... tutto ha creato interesse a scuola, tanto che alcuni eterni assenti frequentano anche il pomeriggio. E poi mette i brividi la piccola biblioteca nata in un paese in cui era totalmente inesistente ed ora è dedicata a Bianca e Hristo i due bambini bulgari che vivevano nella baraccopoli e morirono in un rogo.
A raccontare la storia è Matilde Iaccarino, la dirigente scolastica di questa scuola-laboratorio di vita, arrivata a Stornara da Bacoli (Napoli) due anni fa, mentre da sei è nella provincia di Foggia. Lei si è battuta per la biblioteca, contro l'abbandono, per la cura e per l'attenzione. «Dal 2022 ad oggi – racconta - abbiamo scelto la strada della sperimentazione, della didattica laboratoriale alla scuola dell’infanzia e primaria, dei laboratori orientativi per la scuola secondaria per la scoperta dei talenti, la curvatura sportiva, l’indirizzo musicale, la curvatura delle discipline in senso performativo ed artistico. Abbiamo lavorato in door e in outdoor per promuovere lo sport, la street art, la musica di insieme, la fotografia come veicolo per dotare i nostri alunni più fragili delle soft skills necessarie all’apprendimento permanente, al percorso di lifelong learnig e lifewide learning, realizzando la socialità consapevole e la vera integrazione». Ma soprattutto l'intuizione è una: «Siamo diventati una “scuola di strada” fuori dalle mura scolastiche e abbiamo fatto della scuola una seconda casa, tanto che gli alunni l’hanno abbellita, arredata, dipinta, personalizzando spazi e ambienti». Nel nome delle pari opportunità per tutti.