La Giunta regionale della Puglia ha dichiarato lo stato di crisi regionale per rischio da deficit idrico, approvando contestualmente il Piano di emergenza per il superamento della crisi idrica 2025-2026 nel comparto potabile, redatto da Acquedotto Pugliese S.p.A.. La decisione è arrivata dopo la constatazione di una situazione definita “emergenziale conclamata”, che minaccia la capacità di garantire l’approvvigionamento potabile in tutto il territorio regionale.
Il provvedimento nasce da dati allarmanti: le sorgenti e gli invasi che alimentano la rete gestita da AQP si trovano a meno del 50% della media degli ultimi dieci anni. Si tratta di un livello che non assicura il fabbisogno idrico della popolazione pugliese nei prossimi mesi. La gravità della crisi è stata certificata dall’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici (OPUI) del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, che nella riunione del 23 settembre 2025 ha classificato il livello di severità idrica del comparto potabile come “elevato”.
Secondo le stime riportate nel documento istruttorio, nel periodo ottobre-dicembre 2025 la disponibilità idrica complessiva degli invasi subirà una riduzione del 62,6% rispetto ai valori medi storici, mentre le portate del gruppo sorgentizio Sele-Calore risulteranno inferiori del 27,9%. A partire da ottobre, AQP ha già adottato misure di contenimento delle pressioni di rete per limitare le perdite e ottimizzare la distribuzione della risorsa.
La crisi idrica pugliese è il risultato di una combinazione di fattori: le scarse piogge registrate negli ultimi mesi, la ridotta disponibilità idrica nelle regioni confinanti e l’aumento dei consumi hanno aggravato una situazione che, secondo la Regione, richiama alla memoria le emergenze del 2008 e del 2017. Il sistema idrico pugliese, infatti, dipende in larga parte da sorgenti e invasi situati in Campania e Basilicata, come il Sele-Calore, Monte Cotugno, Pertusillo, Conza e Locone. Nonostante la collaborazione interregionale e la programmazione condivisa delle erogazioni, le riserve non sono sufficienti a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento potabile.
Il nuovo Piano di emergenza 2025-2026 rappresenta una risposta strutturata alla crisi. Redatto da Acquedotto Pugliese e approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore Donato Pentassuglia, il documento individua una serie di interventi immediati e di medio-lungo periodo. Tra le misure più urgenti figurano la regolazione delle pressioni di rete, la razionalizzazione delle erogazioni e la priorità assoluta all’uso potabile rispetto a quello agricolo e industriale. Sul piano organizzativo, la Regione continuerà a coordinare le azioni attraverso la Cabina di Regia “Crisi idrica”, istituita nel febbraio 2025, che riunisce gli uffici regionali competenti, Acquedotto Pugliese, Autorità Idrica Pugliese, Protezione Civile e consorzi irrigui.
Il Piano prevede inoltre interventi strutturali per migliorare la resilienza del sistema idrico, come il potenziamento delle infrastrutture di adduzione e distribuzione, la riduzione delle perdite di rete e la promozione del riuso delle acque reflue affinate, in conformità ai regolamenti europei più recenti. Tutte le azioni saranno realizzate da AQP, cui è stato conferito mandato diretto per l’attuazione degli interventi.