FOGGIA - A Faeto, nel Foggiano, c'è il più giovane candidato sindaco d'Italia: il suo nome è Francesco Carosielli, di 18 anni appena compiuti e va ancora a scuola. Se dovesse vincere la sfida con il sindaco uscente Michele Pavia, guiderà il comune di Faeto, circa 700 abitanti sui Monti Dauni e diventerebbe di diritto il più giovane sindaco d'Italia.
Il 18enne a giugno si diplomerà all’istituto Altamura Da Vinci di Foggia: diventerà elettrotecnico. Ma nonostante la giovanissima età ha già maturato esperienza nell’azienda agricola di famiglia.
Carosielli è a capo della lista Rinascita Faetana, un gruppo di ragazzi giovanissimi, tutti poco più che ventenni, scesi in campo con la voglia di amministrare il piccolo borgo del Foggiano e perché no riportarlo a nuova vita: “Il paese sta morendo - ha dichiarato Carosielli - hanno chiuso quasi tutte le attività commerciali. La prima cosa che farò, una volta eletto, sarà far riaprire il forno e la macelleria, poi il campo sportivo”.
Il giovane non ha profili social, se non quelli realizzati in vista della campagna elettorale, un ulteriore messaggio di cambio di rotta per il piccolo paese Dauno.
L'INTERVISTA A FRANCESCO CAROSIELLI
La meglio gioventù non è un’utopia. Esiste davvero e ha voglia di cambiamento, a cominciare dalla politica di casa nostra.
In fin dei conti da qualche parte bisogna pur cominciare, no? È lo spirito che muove Francesco Carosielli che, a 18 appena compiuti, mentre continua ad occupare il suo banco a scuola, ha deciso di rimboccarsi le maniche in prima persona e di concorrere per la poltrona di sindaco nel suo piccolo paese arroccato tra i Monti Dauni, Faeto, nel Foggiano.
Iscritto al quinto anno di un istituto tecnico di Foggia, Carosielli il 14 e 15 maggio prossimi sfiderà Michele Pavia, sindaco uscente.
E così che Davide scende in campo contro Golia in un borgo con poco più di 600 anime, e lo fa con una lista civica, rinominata «Rinascita Faetana» composta da tanti giovani che non arrivano a 30 anni, fatta eccezione per una sola donna che ne ha cinquanta.
Una notizia curiosa, una scelta in controtendenza e un po’ fuori dal comune – perdonate il gioco di parole – che però accende uno spiraglio di speranza su una realtà ombrosa, che riflette invece una profonda disaffezione e sfiducia nei confronti dell'attuale classe politica da parte dei giovani.
Francesco a soli 18 anni potrebbe diventare il sindaco più giovane d'Italia. Una mosca bianca che percorre una strada già tracciata da nomi illustri prima di lui. Basti pensare al grande autore lucano Rocco Scotellaro che a soli 23 anni divenne sindaco della sua Tricarico, in Basilicata. Orme difficili da seguire che però denotano un terreno fertile nel Sud. Un Sud che ha voglia di rinascere, di crescere e di cambiare, correndo sulle proprie gambe, senza mai fuggire.
A Francesco Carosielli l’etichetta di sindaco più giovane d’Italia non spaventa, anzi. «Sono consapevole che potrei diventare il primo cittadino più giovane della Nazione e spero di esserlo, ma non per diventare popolare – racconta – voglio solo avere la possibilità di dare un futuro migliore a Faeto e ai faetani».
Non ha un modello politico a cui si ispira: «Credo nella mia città, nel mio gruppo e nelle nostre idee. Da sempre vedo Faeto in una crescente condizione di degrado e i primi ad esserne colpiti sono soprattutto i giovani. Il mio obiettivo e quello del mio gruppo è solo quello di migliorare questa città con progetti semplici e realizzabili. Non voglio fare campagna elettorale promettendo cose impossibili. Qui per esempio mancano un sacco di cose: non ci sono né una macelleria né un panificio, né tantomeno un campo sportivo. Bene, direi che è arrivato il momento di incentivare la nascita di nuove attività commerciali. Sono piccolezze, ma fanno la differenza. Così invece di aspettare altri che creino questo cambiamento lo vorremmo realizzare noi, prima che sia troppo tardi»
Carosielli, quando non studia, lavora nell’azienda agricola di famiglia e questa per lui è in assoluto la prima esperienza in politica: «So cosa significa lavorare e svegliarsi al mattino presto per compiere il proprio dovere, cercherò in tutti i modi di impegnarmi per fare lo stesso per i miei paesani». Un 18enne pieno di ideali e sani principi che non ci pensa proprio ad andarsene dalla Puglia. «La mia scelta è una sola, restare nel paese in cui sono nato. E se altri facessero come me, forse eviteremmo lo spopolamento di queste zone». Restare è però un’arma a doppio taglio. La maggior parte dei ragazzi, si sa, non vede l’ora di scappare in cerca di un futuro migliore, andando magari al Nord o all’estero per studiare, per lavorare o semplicemente per seguire i propri sogni. «Ma se dovessimo andarcene tutti cosa resterebbe delle nostre radici? – sostiene Carosielli – Spero che con la mia scelta anche altri decidano di tornare o di restare a casa. Vorrei poterli convincere che anche qui possiamo costruirci un futuro degno di questo nome. Io almeno voglio provarci».
Alla faccia di chi sostiene che «l’Italia è un Paese bello ma inutile, destinato a morire, dove tutto rimane immobile, uguale e in mano ai dinosauri». La nuova politica targata generazione Z si fa con semplicità, un passo alla volta, partendo da cose concrete. Non è un’apocalisse, ma forse è giunto il momento di distruggerli questi dinosauri. Dopotutto, chi l’ha detto che l’Italia non è un Paese per giovani?