FOGGIA - Il day after di Francesco Ippolito è un giorno di incredulità e da petto in fuori. «Devo darmi coraggio», dice quasi a se stesso: ma poi irrompe in un pianto liberatorio. A 28 anni adesso è lui il capofamiglia, mamma Ermelinda è di là con il cuore gonfio come Achille, 26 anni, chiuso nel suo dolore. Francesco no, parla sin dal primo momento di questa tragedia: «Mi è sfuggito tra le mani e non sarà facile farsene una ragione».
Il capitano Luigi Ippolito, Gigi per gli amici, era un pilota esperto. A sessant’anni e dopo una carriera quasi tutta trascorsa ai comandi degli aerei e degli elicotteri di AliParma, era tornato a casa nel 2020 dove peraltro aveva cominciato a dare del “tu” alle nuvole. Ora faceva il responsabile della formazione degli equipaggi di Alidaunia. Personaggio schivo, molto riservato: gli sportivi e sostenitori del Foggia lo ricordano per essere stato il pilota del jet di Pasquale Casillo, il vulcanico ex presidente rossonero, negli anni d’oro di Zemanlandia. A vederli insieme (negli aeroporti), Casillo aveva sempre una battuta per tutti, Ippolito invece sempre taciturno e mai fuori posto. «Al Foggia papà era legato anche per ragioni familiari, Luigi Ippolito, suo nonno, fu presidente della squadra negli anni Trenta», ricorda Francesco.
Gigi era una pilota speciale nel panorama dell’aeronautica civile, passava indifferentemente dalla cloche di un Gulfstream ai comandi di un elicottero. Francesco fa una smorfia, riflette: «Non posso immaginare come sia andata, ma conoscendo mio padre, la sua preparazione e la sua serietà, non posso credere all’errore umano».
Francesco ripercorre la carriera del padre, adesso snocciola quei ricordi e ne va fiero: «Era tra i più bravi d’Italia. Aveva migliaia di ore di volo alle spalle, passava dalla guida degli elicotteri ai jet privati con una disinvoltura unica. Aveva maturato esperienze anche all’estero, in Medio Oriente soprattutto. Girava il mondo, ma sempre a casa tornava».
I ricordi assalgono questo ragazzo che ora dovrà trovare la forza innanzitutto per laurearsi in Ingegneria, papà ne sarebbe fiero: «Devo mettercela tutta - cerca un approdo con lo sguardo - non sarà facile riprendere la vita di tutti i giorni. Mi manca già tantissimo, mi chiedo come sia possibile tutto questo».
Una maledizione che avvinghia la famiglia Carrabba/Ippolito e che si porta via il secondo marito: nel 2006 la tragedia della morte di Gianluigi, marito di Monica, sorella di Ermelinda la mamma di Francesco. Si darà la colpa al destino cinico e baro per giustificare ciò di cui in realtà non può esserci spiegazione. Forse l’unica consolazione che abbiamo per sopportare il peso di una gravità che altrimenti ci schiaccerebbe e per provare a voltare pagina, l’unico modo per scrollarci di dosso giornate così.