FOGGIA - È la Direzione distrettuale antimafia di Bari a coordinare le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo sul tentato omicidio di Ivan Narciso, a conferma del contesto mafioso in cui è maturato il ferimento del 32enne. Il giovane è stato colpito a petto e spalle dalle fucilate esplose da un killer alle 7 di pomeriggio di venerdì mentre era a casa in zona viale Europa, sottoposto ai domiciliari con braccialetto elettronico. Gli furono concessi a dicembre 2021 dopo l’arresto per un’estorsione da 500 euro al mese a un commerciante eseguito nel blitz “Decima bis” del 16 novembre 2020 contro la mafia del pizzo (44 le ordinanze cautelari emesse), in cui Narciso è stato condannato il 18 ottobre dal gup di Bari a 5 anni, 6 mesi e 20 giorni con esclusione dell’aggravante del metodo mafioso.
I domiciliari sono stati trasferiti dal domicilio del taglieggiatore (ha già scontato 7 anni per due tentate estorsioni del 2015 con riconoscimento dell’aggravante della mafiosità) al reparto dov’è ricoverato. L’equipe chirurgica del Policlinico l’ha operato sabato per estrarre un pallettone; il paziente è fuori pericolo ma non è ancora in grado di essere interrogato dai carabinieri che gli chiederanno cosa sa dell’agguato subìto e perché qualcuno lo voglia uccidere.
I carabinieri del nucleo investigativo nelle ore immediatamente successive all’agguato hanno eseguito perquisizioni e 5 stub su persone vicine alla “Società foggiana” per verificare attraverso tamponi su mani e vestiti eventuali residui di polvere da sparo; interrogati anche familiari della vittima. Narciso era da solo a casa quando un uomo a volto coperto arrivato a piedi ha esploso più colpi con un fucile caricato a pallettoni; le zone vitali in cui il foggiano è stato colpito indicano chiaramente la volontà di uccidere.
Si procede contro ignoti per tentato omicidio aggravato dalla mafiosità, indagine coordinata dal pm della Dda Bruna Manganelli titolare delle inchieste sulla “Società foggiana”, e che rappresenta l’accusa nel processo “Decima bis” a 41 imputati (altri 2 sono deceduti): 28 giudicati con rito abbreviato e condannati a 203 anni come da richiesta dell’accusa, per altri 13 è in corso il processo con rito ordinario al Tribunale di Foggia.
Dopo la visione di filmati registrati da varie telecamere, stub, interrogatori e in attesa di sentire Narciso, i carabinieri attendono riscontri dalla “scientifica”. C’è una doppia scena del crimine su cui lavorare, il che è un vantaggio: il luogo dell’agguato, e soprattutto la zona del Salice dove venerdì sera si sono scontrate due auto, tra cui una “C3” il cui conducente subito dopo l’urto è scappato abbandonando la macchina con dentro un fucile. La consulenza balistica dirà se è quella l’arma del delitto.
Quanto al movente dell’agguato, massimo riserbo dei carabinieri. Narciso da maggio 2011 a oggi - tranne un periodo in libertà tra il 30 aprile 2013 quando fu assolto e scarcerato per un omicidio avvenuto due anni prima e il 23 marzo 2015 quando fu fermato per il doppio tentativo di estorsione – è stato detenuto, alternando lunghi periodi in cella a domiciliari anche fuori regione. Cos’è successo per armare la mano dei sicari della “Società”?