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L'Antiracket: «La gente a Foggia è stanca di subire minacce»

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

L'Antiracket: «La gente a Foggia è stanca di subire minacce»

L'ultimo attacco estorsivo a Foggia, l'incendio alla struttura sanitaria Don Uva

Il presidente dell'associazione: «Vogliamo con noi tutta la società civile, il crimine questo lo teme»

Venerdì 24 Giugno 2022, 12:33

Ancora intimidazioni agli uomini antiracket, quegli imprenditori e cittadini che sempre più compatti sono dalla parte della lotta al crimine e non intendono scendere a patti con la criminalità organizzata. L’ennesimo attentato che ha colpito due giorni fa Luca Vigilante, manager dell’ospedale Don Uva (l’incendio divampato su un terreno a pochi metri dalle strutture sanitarie) rientra nei reati odiosi che hanno già colpito simboli dell’antimafia sociale in Capitanata come i campi di grano di Lazzaro D’Auria e i terreni della famiglia Luciani, anch’essi percorsi dalle fiamme. Ma la risposta non è tardata ad arrivare, centinaia gli agricoltori presenti alla manifestazione di solidarietà a sostegno di D’Auria, martedì sera nella sua azienda agricola sulla statale 16, tra questi anche Luca Vigilante.

Non ha dubbi Alessandro Zito, presidente dell’associazione Antiracket foggiana: «Il 17 gennaio - afferma alla Gazzetta - dissi che i tempi sono maturi rispetto a qualche anno fa. La gente è stanca, non sopporta soprusi e atti intimidatori che in tempi di crisi come questi fanno ulteriori danni. Famiglia e lavoro sono i beni più preziosi, se tocchi il lavoro in automatico tocchi anche la famiglia. La gente oggi si sta difendendo. La cosa importante è che abbiamo unito le tre associazioni più importanti e le cose le facciamo insieme, non più separati». Una forza che ora deve coinvolgere tutto il territorio, i segnali ci sono: «Vogliamo dalla nostra parte imprenditori edili, commercianti, ma soprattutto gli agricoltori che hanno capito che c’è una via d’uscita. L’agricoltore che ha gli ettari di ettari di terra in mezzo alle campagne come fa a proteggersi? Il lavoro che stiamo facendo sta dando dei frutti perché nessuno ci credeva: mi riferisco a persone come Cristina Cucci, Alessandro Gattullo, lo stesso Luca Vigilante e il nostro Tano Grasso che è sempre al nostro fianco. Persone che incontrano direttamente le vittime, svolgono un lavoro ai fianchi della criminalità fondamentale. Ci basta portare le vittime alla denuncia. Ricevo telefonate dalle persone, finalmente si sta muovendo qualcosa. Questo conta, il resto non conta».

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