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«Foggia non è una città per le donne, salto indietro di trent'anni»

«Foggia non è una città per le donne, salto indietro di trent'anni»

 
Redazione online

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«Foggia non è una città per le donne, salto indietro di trent'anni»

Una panoramica di Foggia (Foto Maizzi)

La denuncia della Cgil: «Più povertà, quartieri al buio e chiusura di centri sociali»

Lunedì 07 Marzo 2022, 18:51

19:40

FOGGIA - Alla vigilia della Festa per la donna la Spi Cgil denuncia: «Foggia non è una città per le donne, salto indietro di 30 anni». L'allarme lanciato dal sindacato parla di «emergenza povertà in aumento in Capitanata» con le più colpite che sono «anziane e pensionate sole», unitamente alle criticità sociali di «quartieri dormitorio e al buio, nelle città della Daunia» dove, secondo la denuncia del sindacato dei pensionati, «crescono paura, solitudine e insicurezza» con «fondi tagliati ai consultori» e chiusure di «centro antiviolenza, centri anziani e scuole dell’infanzia». Questi temi sono appuntati sull'agenda di lavoro del convegno intitolato «Le donne protagoniste per il cambiamento della Capitanata» che si terrà domani, alle ore 17, nel salone della Camera del Lavoro di Foggia in via della Repubblica 68. L’incontro sarà coordinato da Geppe Inserra, presidente Auser provinciale di Foggia. Interverranno Tina Trivisonne, segretaria provinciale SPI CGIL Foggia; Angela Villani, segretaria generale Filcams Cgil Foggia; Margherita Vitulano, segretaria provinciale FP Cgil Foggia; Concetta Talamo, segretaria provinciale FLC Cgil Foggia; Francesca Stella, Link Foggia; Sara Nazzaro, ANPI provinciale di Foggia. Le conclusioni saranno affidate a Maurizio Carmeno, segretario generale CGIL Foggia.

 «Foggia è una città abbandonata a se stessa - denuncia Tina Pizzolo - responsabile del Coordinamento Donne Spi Cgil Foggia -. Strade e marciapiedi dissestati spesso causano cadute rovinose alle anziane costrette a muoversi a piedi. Questa davvero non è una città a misura di donna». Mentre Tina Trivisonne, segretaria provinciale Spi Cgil, dichiara che «occorre riaprire quanto prima il centro antiviolenza» ed «è necessario che l’occasione epocale dei fondi Pnrr non vada sprecata. Le donne, gli anziani, i disoccupati e precari, i bambini  e, più in generale, le persone svantaggiate di ogni età stanno subendo gli effetti devastanti della mancanza di una rete sociale».

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