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Foggia, sindaco Landella: «Non mi dimetto, vado avanti»

 
Filippo Santigliano

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Filippo Santigliano

Foggia, sindaco Landella: «Non mi dimetto, vado avanti»

«Alla maggioranza chiedo di mettere da parte gli egoismi e ripartire»

Domenica 14 Marzo 2021, 14:01

Sindaco Landella, l'aria che tira a Palazzo di città non è delle migliori. Prima le bufere giudiziarie, poi la commissione di accesso agli atti per verificare infiltrazioni criminali nella gestione politico amministrativa. Il Comune è insomma nel mirino.
Le responsabilità penali sono personali, come prescrive la legge. Naturalmente il susseguirsi di episodi che hanno riguardato dipendenti comunali ed esponenti politici non hanno fatto altro che aumentare l’attenzione su un territorio già finito sotto la lente d’ingrandimento degli organi giudiziari in merito a vicende che riguardano la criminalità organizzata. Al posto del Prefetto Grassi, dopo le note vicende dei primi mesi di quest’anno, avrei fatto lo stesso. Si tratta di un atto dovuto. Tra l’altro, sin dal mio insediamento, ho imposto il divieto delle somme urgenze, chiedendo che tutti i lavori venissero affidati con le procedure di evidenza pubblica

Torniamo alla commissione di accesso agli atti voluta da ministero e prefetto. Lei sa benissimo che non si tratta di una visita di cortesia. Se si arriva a questo punto è probabile che ci siano elementi probanti. Teme lo scioglimento come è avvenuto a Cerignola e Manfredonia?
Male non fare, paura non avere. La Commissione di accesso avrà tutta la mia collaborazione nel reperire documenti e atti amministrativi. Come dicevo prima, la provincia di Foggia è nel mirino delle autorità per ben altre questioni. Le vicende amministrative vengono attenzionate ogni semestre dalla Corte dei Conti, che relaziona periodicamente sullo stato di salute delle casse comunali e su un Piano di rientro del debito partorito nel 2012 che tra l’altro non ha fornito i numeri reali del disastro contabile, per evitare il dissesto finanziario dell’ente comunale che all’epoca era governato dal centrosinistra a guida PD. Ovviamente sono preoccupato ma allo stesso tempo tranquillo poiché in questi anni non ho percepito nessuna azione di infiltrazione dei clan. Pertanto ribadisco la mia tranquillità e la piena collaborazione ai commissari. Spero che sia lo stesso per tutti i dipendenti comunali, per la tecnostruttura e l’apparato politico.

Il marasma di ordine politico misto all'indagine antimafia ha fatto chiedere alle opposizioni, tutte, le sue dimissioni da sindaco di Foggia. E' un momento difficile non ci sono dubbi. Lei pensa si accontentarli o intende continuare?
Ritengo si tratti di un atteggiamento strumentale. Ma anche prevedibile. Ho rivolto un appello ai consiglieri comunali e a tutte le forze politiche per scongiurare l’eventuale insediamento di un commissario che risulterebbe un evento nefasto per Foggia, poiché i commissari si limitano ad una attività ordinaria. In questo momento di crisi economica, derivante dall’emergenza sanitaria, la città non può perdere il treno del Recovery Fund. Ecco perché ognuno è chiamato a fare la propria parte nell’interesse della comunità e non a guardare esclusivamente gli interessi politici. È il momento di stare insieme e di lasciare che la Commissione di accesso agli atti possa lavorare in tranquillità.

Opposizione a parte certo che la maggioranza di centrodestra fa di tutto per fornire sponde alle critiche politiche. L'ultimo Consiglio comunale è stato emblematico di un disagio che viene da lontano, sin dal dopo elezioni del 2019.
Non posso che essere d’accordo. Qualcuno probabilmente non ha ben compreso il periodo di difficoltà che viviamo. Ho chiesto a tutti i partner della maggioranza di fare un passo indietro per il bene della città. Comprendo le rivendicazioni politiche, ma vanno discusse nelle sedi opportune e non durante i Consigli comunali. Determinati comportamenti hanno ulteriormente contribuito a una visione complessiva poco edificante.

Alle questioni che riguardano l'assemblea municipale si aggiungono anche i problemi della giunta. C'è un assessore da sostituire dopo le dimissioni di Raffaella Vacca. Si va verso un azzeramento ed un rimpasto generale?
Non escludo nulla. Faccio appello a tutte le forze politiche di maggioranza nel ritrovare compattezza e di mettere da parte egoismi politici, rivendicazioni di spazi e poltrone, ma di interessarsi ai problemi della città. Stesso appello lo rivolgo ai consiglieri di minoranza, poiché ai cittadini non interessa sapere chi ricopre un incarico assessorile, se si è consiglieri di maggioranza e di minoranza. Viene valutata l’attività politico-amministrativa nel suo complesso. Ecco perché tutti gli amministratori possono dare il proprio contributo in questo momento particolare.


Torniamo alla questioni che hanno travolto Palazzo di città: la vicenda Iaccarino, con il voto del consiglio comunale confermato dal Tar; l'arresto di un consigliere comunale e di un impiegato comunale; prima ancora, in una retata antimafia, il coinvolgimento di un altro impiegato del Comune. Al netto delle responsabilità personali non avverte che sia mancata anche una vigilanza di ordine politico ed anche sulla macchina amministrativa?
Non credo. Qualsiasi sindaco di una città delle dimensioni di Foggia, o anche un eventuale commissario, non potrà mai garantire che qualsiasi dipendente o amministratore possa non compiere degli atti contrari ai doveri d’ufficio. Laddove ho intravisto presunti atti illegittimi ho effettuato revoche di atti in autotutela. A differenza dell’Amministrazione che mi ha preceduto, non ho compreso il motivo per il quale non fosse stato revocato l’atto milionario che riguardava l’appalto per la sede del Tribunale di Foggia in piazza Padre Pio, all’indomani di due eclatanti arresti che hanno riguardo un dirigente comunale e un consigliere comunale della maggioranza di centrosinistra. La revoca di quell’atto l’ho fatta per segnare uno spartiacque con un passato pieno di illegalità diffuse che ha portato l’ente al dissesto finanziario travestito da semplice pre-dissesto, acquistando un programma per le segnalazioni anonime dei dipendenti comunali per eventuali atti contrari ai doveri d’ufficio, installando circa 800 telecamere di videosorveglianza disseminate per la città e costituendo per la prima volta il Comune di Foggia parte civile nei processi di mafia. Inoltre non c’è stato nessun ricorso anomalo ai lavori di somma urgenza, così come si è verificato in passato, con la chiara intenzione di eludere le procedure di evidenza pubblica e procedere ad affidamenti diretti, persino privi di copertura finanziaria, diventati tra gli elementi principali del dissesto finanziario. Per le procedure di gara ho adottato il sistema suggerito dall’ex presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, con la rotazione di dirigenti esterni alla struttura comunale.


Non vi è dubbio che il rapporto di fiducia nei confronti del Comune e nei suoi confronti - per il semplice motivo che la sua figura è sintesi politica - sia più che azzoppato. Come pensa di proseguire e di recuperare su questa strada comunque scivolosa ed in salita.
Ho superato momenti difficili, anche in passato, continuando a lavorare e portando dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti, con un risanamento delle casse comunali e una programmazione che ci ha consentito di intercettare numerosissimi finanziamenti che tutte le Amministrazioni precedenti non hanno mai raggiunto. La ricetta per superare questo momento è quella di continuare a lavorare per poterci aggiudicare progetti e finanziamenti del Recovery Fund che finalmente ci consentiranno un intervento massiccio per il rifacimento delle strade e per risolvere i problemi della pubblica illuminazione, portare a compimento il PUG e dare attuazione al Piano assunzionale.


Prima delle ultime elezioni ci sono state le primarie del centrodestra. Poi la formazione delle liste. Ammetterà che qualche errore c'è stato nella selezione dei candidati. Che cosa non rifarebbe oggi?
Non ho potuto controllare la composizione di tutte le liste, così come sono certo, che non l’abbia potuto fare il candidato sindaco del centrosinistra. O tutti i candidati sindaci d’Italia. I partiti decidono autonomamente sui candidati, chiedendo loro di presentare il casellario giudiziario personale. Il sistema elettorale va rivisto, eliminando il turno di ballottaggio e riducendo il numero dei candidati, con un limite massimo di candidati tre volte superiore rispetto al numero dei seggi disponibili. Questo sistema spingerebbe i partiti a selezionare in maniera oculata i propri rappresentanti.

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