FOGGIA - Otto condanne (due patteggiate) a pene oscillanti da 16 a 21 mesi con la sospensione delle condanne; e un’assoluzione nel processo abbreviato a 9 foggiani. I primi otto accusati di aver favorito e sfruttato la prostituzione per il fitto di appartamenti al costo di 50 euro al giorno a prostitute e trans stranieri che avevano bisogno di un luogo dove incontrare i clienti; il nono - un poliziotto - di omessa denuncia alla magistratura.
La sentenza pronunciata dal gup del Tribunale di Foggia Domenico Zeno rappresenta il primo sigillo giudiziario dell’inchiesta interforze coordinata dalla Procura, sfociata nel blitz del 5 luglio del 2018 quando finirono in carcere 9 foggiani e vennero sequestrati 10 appartamenti in varie zone della città, «trasformati in case di tolleranza» come scrivevano i pm nella nota stampa. Da tempo gli accusati sono stati rimessi in libertà e le abitazioni dissequestrate. L’inchiesta conta un decimo imputato per il quale è in corso il processo con rito ordinario.
I 9 arrestati del blitz di due anni fa erano 4 proprietari/gestori di case; 3 loro familiari/collaboratori; e 2 presunti intermediari, mentre rimase a piede libero solo il poliziotto estraneo al filone principale dell’inchiesta. I fatti oggetto processo abbracciano un periodo che va dal 2015 al maggio 2018.
Condannati a 1 anni e 4 mesi di reclusione a testa con il beneficio della sospensione condizionale della pena Maddalena Solomita di 65 anni, proprietaria di due appartamenti; il figlio Francesco Paolo Giuva di 27 anni che l’avrebbe aiutata nella gestione delle case (3 anni a testa la richiesta di condanna del pm); Francesco Paolo Cinquepalmi, 61 anni, proprietario/gestore di 4 appartamenti (3 anni la richiesta del pm); Stefano Simolo, 50 anni, e Antonio Spadaccino di 58 anni, che avrebbero accompagnato le prostitute giunte in città nelle case affittate per «vendersi», avrebbero acquistato per le donne beni vari tra cui anche profilattici, le avrebbero aiutate nelle operazioni di ricarica delle carte post-pay, e le avrebbero anche aiutate (sarebbe il caso di Spadaccino) a inserire inserzioni pubblicitarie su giornali e siti on line per far conoscere la loro attività (sempre 3 anni la richiesta di condanna avanzata dal pm); Adrijana Vasilivic, 33 anni, nata a Belgrado e residente da anni a Foggia, compagna di Michele Sorrentino, il foggiano di 41 anni, proprietario/gestore di 3 appartamenti, l’unico imputato rinviato a giudizio: l’accusa sostiene che la Vasilivic - 2 anni la richiesta di pena che fu avanzata dal pm - avrebbe aiutato il compagno/coimputato Sorrentino nella gestione degli appartamenti a luci rosse.
Assolto invece Umberto Bronda, 52 anni, poliziotto, per il quale la Procura chiedeva 6 mesi per il reato di omessa omessa denuncia in quanto «quale ispettore capo nel settembre 2015, consapevole del reato di favoreggiamento e sfruttamento commesso dal suo compagno Sorrentino, omise di denunciarlo all’autorità giudiziaria». I 7 imputati del giudizio abbreviato respingono le accuse.
Nel momento in cui il gup Zeno ha pronunciato la sentenza del processo abbreviato, ha anche sciolto la riserva sulle proposte di patteggiamento concordate dal pm e legali di altri due imputati: 1 anno e 8 mesi con pena sospesa per Angelo Rosario Antonio Strippoli, foggiano di 53 anni, che avrebbe collaborato con Cinquepalmi nella gestione di 4 appartamenti cittadini affittati a prostitute; e 22 mesi sempre con pena sospesa per il suo omonimo Antonio Rosario Strippoli, di 58 anni, foggiano, proprietario di un appartamento. Le motivazioni della sentenza di primo grado saranno depositate nei prossimi mesi.