Domenica 14 Dicembre 2025 | 15:46

Ilva, la Cisl alza la voce: «Serve un piano definitivo»

Ilva, la Cisl alza la voce: «Serve un piano definitivo»

 
Ilva, la Cisl alza la voce: «Serve un piano definitivo»

La segretaria Fumarola sollecita soluzioni al Governo, si aspetta ora la convocazione a Palazzo Chigi

Domenica 14 Dicembre 2025, 09:28

«La vertenza Ilva è una vertenza dolorosa che va avanti da troppo tempo». Grido d’allarme della segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, tarantina di nascita e dunque particolarmente sensibile ai destini della città jonica. Dalla manifestazione nazionale del sindacato a Roma, Fumarola è tornata ad alzare il tiro sulla vertenza Ilva. «L’obiettivo è la tutela del lavoro, della filiera dell’acciaio, dell’ambiente, della salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro. Auspichiamo - ha detto Fumarola - che il governo ci faccia conoscere al più presto gli investitori e che ci sia un piano industriale credibile e definitivo, che tenga insieme questi diritti costituzionalmente previsti».

«I lavoratori e le lavoratrici, le diverse città coinvolte soffrono da troppo tempo e hanno bisogno di una risposta. Il Paese ha bisogno di difendere la filiera dell’acciaio perché diversamente saremo consegnati all’irrilevanza», rimarca Fumarola.

Ma le sorti del siderurgico sono al primo posto dell’agenda di tutte le organizzazioni sindacali. «Aspettiamo la convocazione a palazzo Chigi sull’Ilva», fa sapere il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, sempre a margine della manifestazione nazionale della Cisl. Dopo le due offerte giunte per l’acquisto dei complessi aziendali, da parte di Flacks Group e Bedrock Industries, «noi restiamo molto cauti perché ad oggi non abbiamo visto nulla rispetto ad un piano industriale. Noi continuiamo a dire che lo Stato deve stare nel progetto di rilancio dell’impianto».

«Stiamo ribadendo con forza, sostenendola anche con iniziative di lotta e di sciopero - prosegue -, la necessità di aprire un tavolo a palazzo Chigi perché è quella la sede dove possiamo verificare se c’è un piano industriale serio, in grado di rilanciare l’impianto siderurgico più importante nel nostro Paese e in Europa, e se ci sono gli investimenti necessari per la decarbonizzazione, che devono rispondere all’obiettivo della salvaguardia occupazionale, della salute e della sicurezza anche del territorio. Serve un’operazione di rilancio e non di dismissione - conclude - e per farla servono risorse, parecchi miliardi».

La vertenza acciaio, com’è noto, agita anche il fronte amministrativo del capoluogo jonico. Il Movimento 5 Stelle di Taranto annuncia il deposito di una mozione in consiglio comunale, a firma della consigliera Annagrazia Angolano, per «definire in modo chiaro e inequivocabile la posizione politica dell’assise comunale sull’accordo di programma relativo all’ex Ilva». I pentastellati contestano il documento che «prevede la trasformazione del polo siderurgico con forni elettrici e impianti DRI, ma che - secondo quanto dichiarato da Urso - sarebbe alimentato da una nave rigassificatrice destinata al porto di Taranto». Sul fronte parlamentare, il senatore Mario Turco, vicepresidente nazionale del M5S, ha annunciato la presentazione di un emendamento. (red.pp)

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