Sabato 06 Settembre 2025 | 18:43

Al futuro sindaco chiedete con forza di resettare tutto

 
Roberto Calpista

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Roberto Calpista

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Venerdì 07 Giugno 2024, 16:17

«Il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni», disse un tempo Sir Winston Churchill. Lo stesso dovrebbe valere per il sindaco. Quindi poche illusioni e cerchiamo di limitare i danni, nonostante la campagna elettorale anche a Bari non prometta nulla di buono: si sarebbe dovuto parlare del progetto futuro di città. Si è parlato di squadrismo e autonomia differenziata. E di mafia. Mafia sì, mafia no, mentre i 14 clan, più o meno straccioni, che si spartono i quartieri, infiltrandosi anche dove non gli dovrebbe essere permesso, per ora sono gli unici a tacere.

Ma ottimismo ci vuole. Per cui la raccomandazione ai baresi è sempre la stessa. Offrite il vostro voto, nel caso mettetelo anche in vendita. Ma fatelo con intelligenza. Chiedete, pretendete dal futuro sindaco di smantellare i circoli chiusi dei potentati locali e fare in modo che i vostri figli non siano costretti a «guardare» il mare a destra per trovare un lavoro adeguato, contrattualizzato, onestamente e giustamente pagato. Chiedete al vostro futuro sindaco di non lasciare spazio alle appartenenze che contano. Chiedete al vostro sindaco, e ringraziatelo se lo fa, di permettere a questi ragazzi già fuggiti, o costretti a fuggire, di guardare l’Appennino a destra perché lo meritano più degli altri. E di superare il concorso pubblico perché hanno studiato. Di arrivare al posto fisso perché hanno voglia di lavorare. Chiedete al vostro sindaco che non si possa mai sospettare che una donna lavori o sia eletta/nominata in cariche pubbliche, superi un concorso perché bella e non perché brava. Chiedete al vostro sindaco di non considerare la cosa pubblica un affare per pochi.

Urlate al vostro futuro sindaco, di avere le tasche piene dell'aria che tira. Un’aria pessima e certificata: perché Bari - piaccia o no - si trova sull'orlo di un abisso chiamato commissariamento per infiltrazioni mafiose. E non l'ha scoperto il candidato di 5S e Sinistra. Michele Laforgia, non l'ha voluto il candidato di centrodestra, Fabio Romito. Foggia e Reggio Calabria hanno subito la stessa sorte per molto meno.

È questo il clima in cui si vota per il dopo-Decaro. In una metropoli piegata dal peso di carrozzoni transumanti di voti, anni di scandali, arresti, dimissioni eccellenti, arche di Noè zeppe di portatori di preferenze. Una città che si vende la dignità per 50 euro o con la promessa di un posto di lavoro che forse non arriverà mai. E se c'è un concorso pubblico da fare? Nessun problema. Qui i figli dei notai fanno i notai, i figli degli avvocati sono avvocati, i figli dei medici irrompono nelle corsie. E i figli dei politici o fanno i politici o lavorano in banca. Gli altri se ne vanno con il magone che diventa disgusto.

Bari è dove ci sono più macchine di lusso che a Milano, dove il lavoro nero crea Pil pesante, dove i falliti e i senza reddito hanno la barchetta ormeggiata al Cus o alla Vela. Bari è una nebulosa incancrenita dal sottobosco dello scambio, dalla pacca sulla spalla, dal «tutto a posto?». La città che ha eletto a propri simboli universali le orecchiette, la focaccia, la birra, i b&b abusivi. Bari è una città turistica del piffero, senza alberghi. Una città raccontata come modello di riscatto, cuore di un nuovo laboratorio politico, culturalmente vivace, col pallino per i diritti civili, l’inclusione e la tutela degli ultimi che tra l'altro, silenziosamente aumentano di numero di pari passo con il moltiplicarsi di pizzerie, friggitorie, sushi bar.

Al vostro futuro sindaco chiedete di resettare tutto. Ci sciacquiamo la bocca con l’Europa? Diventiamo europei. I baresi alzino le pretese e lottino per far sedere al tavolo imbandito chi ha idee, capacità, progetti e volontà, mettendo al bando servi sciocchi e farabutti.

Al vostro sindaco chiedete anche più verde, più parchi, più parcheggi, meno traffico, più igiene urbana, mezzi pubblici adeguati, piste ciclabili che la smettano di unire il nulla col nulla, più sicurezza. A voi stessi chiedete più senso civico. Ma soprattutto più orgoglio.

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