Domenica 07 Settembre 2025 | 05:40

Il turismo e le condizioni di lavoro giovanili: precarietà sotto accusa

 
Guglielmo Forges Davanzati

Reporter:

Guglielmo Forges Davanzati

Il turismo e le condizioni di lavoro giovanili: precarietà sotto accusa

I problemi derivanti da una marcata e crescente specializzazione nel settore turistico, come è accaduto in Puglia negli ultimi decenni, sono ben noti e riassumibili in due punti

Giovedì 06 Giugno 2024, 13:22

I problemi derivanti da una marcata e crescente specializzazione nel settore turistico, come è accaduto in Puglia negli ultimi decenni, sono ben noti e riassumibili in due punti. In primo luogo, l’elevato afflusso di turisti è connesso alla gentrificazione, che si manifesta con l’insediamento, in particolare nei centri storici, di strutture di accoglienza con la conseguente espulsione delle famiglie tradizionalmente lì residenti e la perdita di identità dei luoghi.

Vi è, dunque, congestione e produzione di esternalità negative, sia sotto forma di crescenti impatti ambientali, sia sotto forma di spinte inflazionistiche. In secondo luogo, il turismo è un settore con bassa produttività, bassi salari e con elevata incidenza dell’economia sommersa. Il turismo in Puglia è essenzialmente stagionale e balneare. L’Osservatorio regionale rileva, inoltre, il più basso livello di istruzione dei dipendenti e dei gestori di attività turistiche nella regione rispetto alla media italiana.

La crescita dell’incidenza regionale del settore (il suo contributo al Pil regionale passa da circa il 3% dei primi anni Duemila a circa il 9% attuale) è strettamente connessa alla de-industrializzazione. Questa ricomposizione della specializzazione produttiva (con perdita di oltre il 2% di produzione manufatturiera negli ultimi venti anni nella Regione Puglia) è parzialmente l’effetto di una dinamica globale ed è anche il risultato di politiche nazionali e regionali che la hanno assecondato e promosso.

Occorre, a riguardo, considerare l’andamento della bilancia turistica negli ultimi anni, che fa registrare (su fonte Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel Rapporto del 2023) un attivo tendenzialmente in aumento per la Puglia. L’evidenza empirica segnala un aumento del turismo di prossimità, che viene spesso generato mediante un aumento del reddito locale derivante da altre attività (tipicamente manufatturiere, dove i salari sono mediamente più alti).

Le politiche per il turismo dovrebbero essere complementari con le politiche industriali, così che il turismo non funzioni come settore sostitutivo di settori in crisi: si consideri, a riguardo, la prevalenza di effetti di compensazione che il turismo svolge, in particolare, nel Salento, a fronte non solo della crescente de-industrializzazione dell’area ma anche della crisi dell’agricoltura dopo Xylella. L’aumento dell’occupazione in loco, che deriverebbe da maggiori investimenti pubblici nel settore industriale, spingerebbe le imprese turistiche non solo ad aumentare i salari, ma anche e soprattutto ad accrescere la produttività del lavoro mediante, in primo luogo, l’aumento delle spese per la formazione professionale.

Uno dei problemi del settore, sul quale conviene soffermarsi, riguarda la carenza di personale. Occorre ricordare che si tratta di un fenomeno non esclusivamente meridionale e non solo italiano, che si è accentuato soprattutto a seguito della crisi sanitaria, a partire dalla Cina e che investe nuove modalità di configurazione del rapporto fra tempo libero e lavoro da parte delle giovani generazioni. Si segnalano, a riguardo, le ricerche sociologiche condotte soprattutto da Francesca Coin.

Il problema della carenza di personale dà luogo a polemiche spesso strumentali da parte dei datori di lavoro e rispetto a questo occorre richiamare alcuni dati di fatto.

La carenza di personale stagionale è legata alle cattive condizioni di lavoro nel settore, con frequente ricorso al lavoro nero. Si ha qui il paradosso della coesistenza di crescente incidenza di settori ad alta intensità di lavoro poco qualificato e di riduzione del numero e delle funzioni dell’Ispettorato sul lavoro (la riforma Poletti del 2015, con il Jobs Act, mai rivista successivamente, sembra aver peggiorato la situazione, con l’introduzione della figura dell’ispettore unico).

Si è di fronte, in molti casi, al rifiuto, comprensibile, da parte di molti giovani della condizione di sottoccupazione intellettuale, in una dinamica del mercato del lavoro locale che vede ridursi la qualità della domanda di lavoro e, al tempo stesso, aumentare la qualità dell’offerta di lavoro, per effetto della scolarizzazione. La prospettiva dell’emigrazione rende sempre più conveniente, per il singolo lavoratore, questa scelta, sebbene sempre meno conveniente per l’economia italiana nel suo complesso, trattandosi di un trasferimento di produttività ad altri Paesi.

Il fenomeno si accentua anche come conseguenza dell’inflazione e, in assenza di indicizzazione dei salari, del calo delle retribuzioni reali.

Si ricorderà la tesi diffusa gli scorsi anni del reddito di cittadinanza come disincentivo al lavoro. La persistenza o addirittura l’aumento del fenomeno della carenza di personale, anche dopo la soppressione di questa misura, e la presa d’atto della sua dimensione globale certificano che si è trattato di una polemica italiana molto strumentale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)