Domenica 07 Settembre 2025 | 01:09

Dopo un’accurata analisi ho preso una decisione: metto in vendita il mio voto

 
Roberto Calpista

Reporter:

Roberto Calpista

Dopo un’accurata analisi ho preso una decisione: metto in vendita il mio voto

Anzi un pacchetto di voti in realtà, se mi riesce la complessa operazione di coinvolgere moglie e figlie in questo affare. Sul prezzo troviamo un accordo, ma chi ha il braccetto corto si metta l’anima in pace: il mio voto costa

Sabato 06 Aprile 2024, 13:32

Dopo attenta e accurata analisi sociale, culturale, antropologica ed economica della situazione. Dopo lunga meditazione e ampio consulto con parenti, amici, vicini di pianerottolo e, soprattutto, avvocati. Dopo tutto ciò, ho preso questa decisione: metto in vendita il mio voto alle prossime elezioni comunali di Bari e pure alle europee.

Anzi un pacchetto di voti in realtà, se mi riesce la complessa operazione di coinvolgere moglie e figlie in questo affare. Sul prezzo troviamo un accordo, ma chi ha il braccetto corto si metta l’anima in pace: il mio voto costa. Insomma almeno dieci/quindicimila euro me li devo intascare, così posso dare l’anticipo per la Porsche e mettermi in paro con la Bari dove «sii felice» che ci sono più Cayenne in giro qui che a Montecarlo.

Quindi, candidati sindaci, candidati consiglieri, candidati ai municipi, candidati a quel che volete, mano al portafogli, bando a quella brutta bestia della tirchieria. E non ve ne venite con 50 euro che nemmeno mezzo pieno al Suv ci faccio. E non azzardatevi a propormi una bombola del gas che ho il metano a casa e ve la tiro appresso.

Soldi o al massimo opere di bene. Per esempio, potrei vendere il pacchetto a chi mi promette un trattamento da clinica privata negli ospedali pubblici. L’età avanza e ci vuole previdenza, quindi niente liste d’attesa per tutti, basta visite private. Non come quell’assessore che in piena Primavera si presentò al pronto soccorso dell’Ospedale col braccio distorto e trovò tutti i primari ai suoi piedi, lasciandosi alle spalle una bolgia di vecchietti dimenticati su barelle in doppia/tripla fila che, a distanza di anni, forse stanno ancora li.

Offro il mio pacchetto-preferenze a chi farà in modo che le mie figlie non siano costrette a «guardare» il mare a destra per trovare un lavoro adeguato, contrattualizzato, onestamente e giustamente pagato. E ci aggiungo anche i voti del mio bulldog e della micetta di casa a chi farà lo stesso con tutti i figli del Sud che di questo Sud «vasa vasa» non ne possono più. Che sanno che senza le amicizie, le appartenenze che contano, devono fare la valigia e scappare pure se hanno un curriculum alla Thomas Alva Edison. Offro il mio voto e anche un sentito ringraziamento a chi permetterà a questi ragazzi già fuggiti, o costretti a fuggire, di guardare l’Appennino a destra senza scendere mai a compromessi con alcuno, ma banalmente solo perché se lo meritano più degli altri.

Vendo i miei voti a chi farà in modo che non si possa mai più sospettare che una donna lavori o sia eletta/nominata in cariche pubbliche, superi un concorso perché bella e non perché brava. Li vendo a chi si impegnerà a non candidare commari, amanti, compari, padrini, affini. A chi non considererà la cosa pubblica come un affare personale, una vincita alla lotteria (qui la vedo dura).

Offro il valore aggiunto di preferenze doc a chi combatterà senza ritegno e sporcandosi le mani la rassegnazione della parte buona della città. Che non so più se sia maggioranza o no, ma so per certo che esiste, da qualche parte sta. Quella parte buona della città che storce il naso davanti all’eden in cui si muove Lolita Lobosco, in una Bari che, bellissima, purtroppo è sempre più Lacapagira. A chi lo ammetterà offrirò i miei voti. A chi ammetterà che più «che tanto è stato fatto», c’è «tanto ancora da fare». E che con i clan non ci si può, non ci si deve mai accordare. E vendo le preferenze, visto che ci sono, a chi manderà i vigili a multare quel manager della sanità pubblica che «lei non sa chi sono io», non sapendo chi sono io continua a parcheggiare l’auto in sosta vietata davanti a casa. Piccole cose, una mentalità da picciotto.

Offro il voto mio, quello di mia moglie, delle mie figlie, del bulldog, della micetta e mo’ convinco anche qualche altro parente a chi farà in modo che nessun cittadino sia mai più costretto a vendersi il culo (a quest’ora si può dire) e la dignità in cambio di cinquanta euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)