Sabato 06 Settembre 2025 | 19:52

Putin, golpe e propaganda: i paradossi della crisi

 
Marcello Foa

Reporter:

Marcello Foa

Putin, golpe e propaganda: i paradossi della crisi

Noi occidentali abbiamo visto un leader che ha visto per la prima volta rimessa in discussione la sua leadership politica, addirittura per mano di un suo fedelissimo, l’incredibile e sconcertante Prigozhin

Lunedì 26 Giugno 2023, 12:10

Il giorno dopo, quella che sembrava una crisi drammatica e forse risolutiva per Putin appare in una luce diversa, soprattutto per noi occidentali. È stato un tentato putsch? In teoria sì, ma ora non ci sono più nemmeno certezze su questo. In realtà è stato un episodio tipicamente russo che solo i russi possono capire: drammatico, paradossale e alla fine effimero; che sostanzialmente non cambia il quadro complessivo, rendendo perlomeno premature le previsioni di una morte politica di Putin, che, anzi probabilmente esce rafforzato da questa vicenda, soprattutto se analizziamo la vicenda nella prospettiva di Mosca.

Noi occidentali abbiamo visto un leader che ha visto per la prima volta rimessa in discussione la sua leadership politica, addirittura per mano di un suo fedelissimo, l’incredibile e sconcertante Prigozhin; dunque ne ricaviamo un’immagine di improvvisa debolezza e di perdita di credibilità interna e internazionale. Della serie: l’autocrate non è più forte come prima e dunque potrebbe cadere da un momento all’altro. Il che è indubbiamente plausibile. Da lontano l’impressione è quella di un Paese comunque non più solido come prima e percorso da tensioni che finora non erano mai esplose platealmente e che rimettono in dubbio gli imperscrutabili giochi di potere all’interno del Cremlino.

Tuttavia, osservando la situazione con gli occhi dei russi il quadro cambia e sono possibili altre riflessioni, altrettanto plausibili. A quanto si è capito la popolazione russa non si è schierata con i rivoltosi ma è rimasta fedele al Presidente, così come, ed è l’elemento decisivo, tutti gli apparati dello Stato a cominciare dalle Forze Armate e dai servizi segreti. Inoltre, se da un lato l’immagine di Uomo Alfa ne risulta scalfita, d’altro canto viene valorizzata la sua capacità di risolvere in modo incruento una crisi davvero delicata e la sua magnanimità nel non promuovere purghe, che invece hanno caratterizzato altre drammatiche fasi della storia russa. E, soprattutto, in termini di gestione del potere, Putin risolve in un sol colpo una contraddizione che era diventata insostenibile ovvero lo scontro fra il Ministero della Difesa e la milizia Wagner, che è stata creata da Putin ma che ormai per le ricorrenti bizze del suo improbabile e pericoloso comandante, rifiutava qualunque disciplina e qualunque coordinamento. Da subito resta intatta e operativa, ma sotto gli ordini del Cremlino.

E quindi? Quindi sostanzialmente il quadro per ora non cambia. L’instabilità politica a Mosca è durata troppo poco per permettere agli ucraini di sfondare nel Donbass, mentre sul fronte russo resta la minaccia di un’estensione della guerra alla Crimea. Il che induce a credere che una guerra drammatica e insensata sia destinata a prolungarsi almeno nel prossimo futuro, nella consapevolezza che né gli ucraini, con il sempre più evidente appoggio della Nato e dei «mercenari» occidentali, né i russi con un’Armata la cui forza è stata chiaramente sovrastimata, possano riportare una vittoria decisiva.

Ciò ci riporta al quadro di partenza, a quel drammatico febbraio del 2022, come se sedici mesi fossero passati invano. Tutte le previsioni si sono rivelate sbagliate, da una parte e dall’altra. Continuiamo a giudicare eventi di cui non conosciamo la consistenza, bersagliati, come siamo, dalla propaganda. E non è un caso che c’è chi sostenga che anche il golpe sia stata una messa in scena ovvero che Putin e Prigozhin siano sempre stati d’accordo e che la mediazione di Lukashenko rientrasse nel copione. Una farsa di cui, se fosse confermata, non dovremmo meravigliarci. Sono cose che capitano nell’era delle guerre moderne e asimmetriche, guerre che sono anche e talvolta soprattutto di informazione. E che sono disegnate per ingannarci, per stordirci, per illuderci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)