Nella nostra regione, Bari e Lecce hanno subito, negli ultimi venti anni in particolare, un processo di turistizzazione, ovvero di crescita disordinata di afflussi turistici che, molto spesso, hanno deturpato il paesaggio e l’ambiente locale, con un forte impatto antropico sul territorio, senza produrre le condizioni per una crescita autopropulsiva di lungo periodo.
Il problema degli affitti agli studenti ne è un triste corollario. Ricerche effettuate dall’Università del Salento hanno messo in evidenza che, a metà degli anni Duemila, in particolare nel 2005, esistevano, a Lecce, ben 92 bed and breakfast e che (su fonte AirBnb), ad oggi esistono ben 1733 annunci per locazioni di breve termine. Si tratta molto spesso di strutture di accoglienza formate da interi appartamenti e non solo da singole stanze per la notte.
È evidente, in questo scenario, che l’offerta per gli studenti – e dunque, la tutela del duplice diritto costituzionale allo studio e alla casa – ne risente, in quanto si riduce drasticamente. Infatti, su fonte Agenzia delle Entrate, i costi di locazione residenziali a Lecce sono aumentati del 23% dal 2014 al 2021 nel solo centro storico, trascinando con sé aumenti in tutti i quartieri della città.
In più, la turistizzazione della Puglia accresce le diseguaglianze distributive interne, come certificato dall’aumento rilevante delle rendite fondiarie dei pochi proprietari di B&B nelle nostre città, spesso proprio a danno degli studenti, costretti – quasi sempre a nero – a lavorare nei lidi balneari e nei ristoranti.
Ho raccolto qualche giorno fa i risultati di un sondaggio effettuato presso i miei studenti dell’Università del Salento, che, pur essendo limitato a questa platea, può essere utile. Innanzitutto, la gran parte dei rispondenti (68%) dichiara di aver avuto «molte difficoltà» nel trovare una sistemazione adeguata in città. Con molta difficoltà, poi, questa abitazione è risultata adeguata e dignitosa. Le criticità riportate sono le seguenti: costi elevati non equiparabili alla qualità dell’immobile; case non adatte per le esigenze degli utenti; difficoltà a trovare case in ottime condizioni e bassi costi; case a basso costo ma non ottimali per le esigenze.
Case molto costose in condizioni pessime (muffa, senza finestre, e altro); difficolta a trovare case senza barriere architettoniche; difficolta a trovare case per discriminazioni raziali.
I due ulteriori problemi riscontrati sono: 1) La sostanziale assenza di trasporti adeguati per chi è costretto a localizzarsi fuori città, in paesi limitrofi; 2) La discriminazione di genere, questa volta soprattutto a danno dei maschi (considerati meno affidabili nella gestione dell’appartamento).
Il principale rimedio che si propone è drastico, ma andrebbe considerato. Poiché qui sono in gioco due diritti costituzionalmente garantiti, e poiché ovviamente il nostro ordinamento giuridico non prevede il diritto al turismo, occorre regolamentare le locazioni, con tassazioni molto alte per chi raggiunge rendite molto elevate. Oltre a disincentivare gli affitti brevi per i turisti, questa politica darebbe anche il beneficio di poter accordare agevolazioni fiscali a chi dà in affitto agli studenti.
Non vale l’obiezione per la quale verranno meno turisti se i costi aumentano: la scommessa del Mezzogiorno è proprio quella di selezionare un turismo di più alta qualità e possibilmente non ancorato alla sola stagione estiva.