Concordo con Pino Pisicchio (Gazzetta del 16 marzo) nel considerare l’insegnamento di Aldo Moro, ancora attualissimo, non perché dettato dalla nostalgia, ma dalla necessità di riflettere sull’attualità della sua lezione. Infatti può aiutarci ad affrontare il problema delle riforme imposto dalla Ue, evitando drammatiche lacerazioni, come quelle determinate dal Progetto Calderoli sull’Autonomia differenziata .
Un’alternativa importante, nella sostanza e nel metodo, è quella del progetto di Autonomia differenziata, risultante dagli emendamenti proposti da Antonio De Caro, come presidente Anci, approvati all’unanimità dai Sindaci. Come mai sullo stesso argomento i sindaci, i più interessati e peraltro divisi da diversa appartenenza politica e territoriale, sono giunti a soluzioni unanimi, evitando insanabili divisioni? Questa strutturale diversità non è accidentale, perché causata dall’unanimità con la quale due Assemblee nazionali Anci (Parma e Bergamo) hanno respinto definitivamente il criterio della spesa storica (più spendi più ottieni). A sua volta origina da un rifiuto dei sindaci, che abituati ad agire con concretezza, sono stati costretti ad emanciparsi dal vincolo della spesa storica per evitarne i due effetti perversi. Trattasi della moltiplicazione della spesa improduttiva e dell’indifferenza al concorso alla stabilità del debito pubblico, con la conseguente forte accentuazione degli squilibri territoriali, peraltro comuni a tutte le regioni e non solo al Sud.
Pertanto nel 2012 l’ANCI ha costituito il Fondo di solidarietà comunale, alimentato con una quota del gettito IMU di spettanza dei comuni stessi, le cui risorse vengono distribuite con funzioni sia di compensazione delle risorse attribuite in passato, sia di perequazione in un’ottica di progressivo abbandono della cosiddetta spesastorica. Non è casuale la coincidenza con la riforma costituzionale del 2012 che, recependo
la direttiva europea, ha sostituito la vecchia P.A. per procedure con la nuova P.A per risultati, basata, appunto, sul superamento della spesa storica.
Questa capacità di recepire le novità europee è merito di Aldo Moro che, nel definire l’architettura del nuovo Stato democratico, si ispirò al «Patriottismo della Costituzione», non inteso in senso nazionalistico, ma in quello di assunzione come un presidio di difesa e di legalità comune a tutti. Non chiuso in se stesso ma evolvibile, in modo omogeneo e con le procedure da essa stabilite, sí da potersi adeguare sempre di più alle necessità e agli sviluppi di tutta la società italiana, per di più letti nel contesto europeo.
Pertanto il «Patriottismo della Costituzione», europeizzando la finanza pubblica, ha consentito l’individuazione di un criterio di oggettiva virtuosità finanziaria che ha comportato unità tra i sindaci, tutti obbligati a rispettare lo stesso principio, che però non trascura un effettivo rimedio agli squilibri territoriali .
Si spiega, così, che il modello Anci di autonomia differenziata abbia il sostegno unitario dei sindaci, in precedenza impossibile. Infatti, in mancanza di un obiettivo parametro, la maggiore provvista di risorse finanziarie era destinata ai comuni più grandi e a quelli più ricchi, ai danni di quelli più piccoli e più poveri.
Rimando ad altre sedi l’approfondimento delle implicazioni, limitandomi a sottolineare che detto modello comporta: 1) nessun onere per lo Stato, perché grava sui fondi PNRR; 2) superamento del contrasto Nord-Sud con un federalismo municipale, fondato sul risultato positivo del Fondo di solidarietà comunale Anci; 3) eliminazione dei colli di bottiglia che impediscono al sistema delle autonomie locali di essere la Riforma abilitante richiesta dal PNRR; 5) giustificazione con una verifica empirica, peraltro richiesta dalla nuova normativa; 6) alleggerimento del pesante fardello del debito pubblico, evitando all’Italia di essere nelle peggiori condizioni, rispetto agli altri paesi UE.
In conclusione, non si riesce a comprendere perché, mentre il ricorso al «Patriottismo della Costituzione» assicura l’unanimità, indispensabile per una così importante riforma di struttura, invece Calderoli, rimanendo attaccato alle vecchie norme, crea lacerazioni insanabili che ne impediscono la realizzazione.
Ha proprio ragione Keynes quando afferma che il difficile non è convincere le persone alle idee nuove ma convincere le persone ad abbandonare le idee vecchie.